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Maldini, Nedved e Figo si ritirano. Ancelotti al Chelsea. Kakà presto al Real. Ibra verso Barcellona. La Serie A a corto di campioni

di admin |1 Giugno 2009 14:01

Il valzer degli addii. Maldini, Nedved, Figo. Tre campioni, tre valori aggiunti del nostro campionato, hanno appeso gli scarpini al chiodo. Milan, Inter e Juve salutano tre fuoriclasse, due di questi (Nedved e Figo) vincitori del Pallone d’Oro, mentre la Serie A mestamente saluta una parte consistente del suo spessore tecnico.

Il nostro campionato, rispetto a quello spagnolo o quello inglese, è a secco di campioni. Le capacità economiche dei club d’oltremanica e di quelli della Liga, grazie al regime fiscale più favorevole, permettono follie e spese faraoniche che i nostri club non possono più sostenere. E il congedo mesto e deluso di Maldini, in rotta con la curva rossonera, quello risentito di Nedved, polemico con la società bianconera per un millantato contratto da dirigente mai offerto, e quello indolore di Figo, impoveriscono la caratura tecnica della Serie A.

Anche perché non sono i soli a lasciare gli stadi italiani. Carlo Ancelotti, uno dei tecnici più vincenti degli ultimi anni, ha passato la panchina del Milan a Leonardo e s’è accasato al Chelsea di Abramovich. E c’è da aspettarsi che il magnate russo, su consiglio del nuovo tecnico, venga a fare spese in Italia. Magari per prendere Pirlo o Kaka, già attratto e distratto dalla forza magnetica del Real Madrid. Il brasiliano è oggetto del desiderio, corrisposto ma prudentemente negato, delle merengues e un’offerta da 60 milioni di euro potrebbe ingolosire Galliani, convincendolo a cedere il suo pupillo.

Anche Ibrahimovic scalpita per lasciare Milano, sponda nerazzurra, per assecondare un suo vecchio pallino: andare a giocare in Spagna. Il Real e soprattutto il Barcellona sono alla finestra in attesa di capire quale sia la volontà di Moratti e del giocatore.

Il fermento del calciomercato, dunque, minaccia di prosciugare il serbatoio di campioni, già piuttosto in affanno, del nostro campionato. Anche perchè non ci sono segnali confortanti “in entrata”. Le big lavoreranno di cesello per rifinire gli organici, puntando a minimizzare le spese. L’effetto-Guardiola spingerà a puntare su giovani allenatori formati in casa, piuttosto che sui vecchi sultani della panchina dai nomi altisonanti e dai contratti onerosi. Il Milan l’ha già fatto affidando la guida tecnica a Leonardo, già sotto contratto come dirigente, e presto lo farà anche la Juve puntando su Antonio Conte o su Ciro Ferrara.

La Serie A, a corto di eccellenze, si tuffa sul mercato con il portafogli sgonfio e molti campioni in partenza. Bisognerà sperare nei vivai. E in fretta. Perchè il divario con Liga e Premiership aumenta mentre si assottigliano le speranze di essere ancora competitivi in Europa.

*Scuola superiore Giornalismo Luiss

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