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Omicidio Perugia. Perito difesa: “Il coltello di Sollecito incompatibile con le ferite di Meredith”

di luiss_smorgana |25 Settembre 2009 16:48

«Il coltello sequestrato a casa di Raffaele Sollecito non è compatibile con le ferite sul corpo di Meredith Kercher», la studentessa inglese uccisa a Perugia. Il medico legale Walter Patumi, consulente di Amanda Knox, ribalta la tesi dell’accusa che punta a dimostrare che sia stata proprio quella lama ad ammazzare Mez.

Davanti alla Corte di Assise di Perugia, dove si sta svolgendo il processo ai due ex fidanzatini – l’americana Knox e il pugliese Sollecito -, il consulente  ha spiegato che la ferita più profonda inferta alla vittima al collo (lunga 8 cm, larga 4 e profonda 8) non può essere stata provocata dal coltello di Raffaele che presenta una lama di 17,5 centimetri. Per Patumi la ferita mortale è frutto «di più colpi, almeno tre, inferti sullo stesso punto dopo il primo e con una penetrazione totale della lama».

Se quel coltello fosse davvero l’arma del delitto avrebbe trapassato il collo della vittima, da una parte all’altra, e tutto ciò non è successo: l’assassino si è fermato a una profondità di 8 centimetri.

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