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Treviglio. Mafia dietro incendi: “Un ristorante su 3 ricicla soldi sporchi”

di Marco Benedetto |1 Novembre 2014 7:56

BERGAMO – C’è la mafia dietro i recenti attentati a una pizzeria e a un negozio di abbigliamento di Treviglio (Bg). Secondo la Dda, la Direzione antimafia, di Brescia, “un ristorante su 3 ricicla soldi sporchi”. “Gli incendi sono chiari segnali”, secondo Rocco Artifoni, uno dei portavoce del coordinamento bergamasco di «Libera».

L’Eco di Bergamo ha scritto:

“Mercoledì sono bruciati una pizzeria e un negozio di abbigliamento. Sugli episodi non c’è solo l’ombra del dolo, ma pure quella della mafia. I rappresentanti dell’associazione di Don Luigi Ciotti che da anni si batte contro le mafie hanno pochi dubbi: un collegamento con la presenza sempre più radicata delle organizzazioni criminali nella Bassa è da prendere seriamente in considerazione. «Può benissimo darsi che i fatti non siano stati preceduti né da minacce né da estorsioni (come testimoniato dai gestori delle due attività, ndr), ma l’incendio è il classico modo con cui le mafie si presentano per dire che controllano un territorio», afferma Artifoni.

Del resto i dati recenti sono poco rassicuranti. La Direzione distrettuale antimafia di Brescia, invitata proprio da «Libera» in un incontro a Caravaggio, ha addirittura corretto il dato di una ricerca universitaria: in Bergamasca non sarebbe uno su cinque il ristorante-pizzeria usato dalla malavita per riciclare denaro sporco, bensì uno su tre. I «tentacoli» si spostano dalle raffinerie di droga delle Valli alle imprese economiche della Bassa e dei Laghi, seguendo l’odore dei soldi.
«Le mafie penetrano nelle imprese, per impadronirsene. Il loro obiettivo è dare occupazione, fare concorrenza sleale. La ristorazione è uno dei principali settori dove reinvestire i soldi delle attività illecite per farli diventare puliti», è l’analisi. Il fenomeno non è nuovo. Già nel 1994 la Commissione Antimafia scrive nero su bianco che «Bergamo è un transito sicuro per le mafie». Andando a ritroso, si scopre che i due principali narcotrafficanti italiani hanno origine o casa nella zona: Pasquale Locatelli è nato ad Almenno San Bartolomeo, Roberto Pannunzi, nel 1977, gestiva il Grand Hotel di San Pellegrino”.

Drammatica la cronaca del Corriere della Sera sulla “notte dei fuochi di Treviglio”:

“Notte di fiamme e paura a Treviglio. Nel giro di un’ora è bruciata la pizzeria «Tropy & co», in via Calvenzano, e poco dopo qualcuno ha tentato di appiccare il fuoco al negozio «Mon cashmere», nella più centrale via Roma. Solo una coincidenza? Possibile? I carabinieri della compagnia di Treviglio sono al lavoro. Fuori dalla boutique sono state trovate tracce di liquido infiammabile, mentre per il rogo della pizzeria le cause sono ancora in via di accertamento.

In via Calvenzano, a dare l’allarme, sono stati due ragazzi, che all’una di mattina stavano rientrando a casa. «Abbiamo visto le fiamme dal tetto – raccontano -, ci siamo fermati e abbiamo chiamato i pompieri». Sul posto sono arrivate tre squadre dei vigili del fuoco volontari che per tutta la notte hanno combattuto l’incendio. Le autopompe hanno fatto la spola per rifornirsi di acqua. Il locale è andato completamente distrutto. Verso l’1.30 sono accorsi i titolari, subentrati nella gestione ad aprile. «Avevamo chiuso quando mancavano pochi minuti a mezzanotte – spiega uno dei cuochi – e tutto era nella norma. Non capiamo cosa possa essere successo».

Sul posto, i carabinieri del nucleo radio operativo di Treviglio. Le cause sono in fase di accertamento, ma certo insospettisce quanto accaduto poco dopo, intorno alle 2, al negozio di cashmere, dove i soccorritori hanno trovato liquido infiammabile cosparso all’esterno. Ad accorgersi del tentativo di incendio una 17enne che abita al secondo piano sopra il negozio. Ha sentito i colpi dell’incendiario che tentava di sfondare il vetro della porta e poi, quando si è affacciata, ha visto il fuoco che arrivava fino al primo balcone. Si è fortunatamente fermato a una veneziana, senza riuscire a penetrare nel locale. In pochi minuti i vigili del fuoco lo hanno domato. Da qui in avanti, le indagini.

Nel primo pomeriggio del 30 ottobre Confesercenti Bergamo lanciato un messaggio. «L’incendio di due esercizi commerciali la notte scorsa a Treviglio non può lasciare indifferenti – sottolinea l’associazione -. Confesercenti esprime solidarietà agli esercenti colpiti e manifesta grande preoccupazione per l’accaduto. Gli episodi di questa notte non possono e non devono essere sottovalutati: commercianti e ristoratori, che già devono fare i conti con una pesante crisi economica, vanno tutelati e protetti. Sicuri che forze dell’ordine e magistratura faranno chiarezza sull’accaduto e perseguiranno i responsabili, invitiamo gli esercenti a segnalare episodi violenti o intimidatori nei loro confronti alle autorità competenti. Confesercenti si mette comunque a disposizione per offrire il massimo sostegno a chi sente minacciata la propria libertà di iniziativa economica»”.

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