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Un passaggio da “velina” aiuta a diventare avvocato o medico. Lo dice un sondaggio del bookmaker inglese Stanleybet su un campione di donne laureate

di rcostantini |31 Luglio 2009 17:53

Un sondaggio del bookmaker inglese Stanleybet condotto su 560 donne di età compresa tra i 18 e i 35 anni, intervistate nelle principali località di vacanza italiane, rivela che anche molte donne laureate sognano di diventare un giorno veline.

Smentita l’associazione semantica “belle tette – niente cervello” oppure semplicemente un nuovo modo per conquistare società e posti di lavoro, adeguato ai tempi? Sta di fatto che il 32% delle intervistate ha dichiarato di sognare la tv di Striscia. Di queste il 35% ha già conseguito una laurea, mentre il 33% frequenta ancora l’università. Soltanto il 21% e l’8% posseggono i titoli di studio inferiori.

Per queste ragazze la “professione velina” svela tutta una serie di caratteristiche che vanno al di là della semplice bellezza: simpatia, intelligenza, capacità imprenditoriale, cultura. Fare la velina appare come la strada più semplice per avere le porte aperte ad altre categorie del mondo del lavoro, altrimenti viste come impossibili da raggiungere o appannaggio solo della popolazione maschile: giornalista, avvocato, manager, imprenditore. Tutte figure professionali che, secondo le intervistate, si potrebbero facilmente raggiungere dopo aver fatto un’esperienza da velina.

Che in Italia la meritocrazia praticamente non esista, soprattutto a certi livelli, non è un segreto. Ma di sicuro sentire che molte ormai credono che l’unico modo per realizzarsi nel lavoro, sia mostrare il proprio corpo, fosse anche per una delle trasmissioni televisive più celebri, intristisce. Questa terribile piega che hanno preso gli eventi nel nostro Paese, farà mai inversione di rotta?

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