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Mar Adriatico, tracce di plastica anche nel pesce che mangiamo

di FIlippo Limoncelli |5 Luglio 2017 14:28

Trash floating on the Marseille shore line, Bouches-du-Rhône, France. Water pollution is largely caused by human activity and has had a major impact on our local waterways and their ability to be healthy and function naturally. Water pollution, by the release of waste products and contaminants into surface runoff into river drainage systems, leaching into groundwater, liquid spills, wastewater discharges, eutrophication and littering. Pollution is the introduction of contaminants into an environment that causes instability, disorder, harm or discomfort to the ecosystem i.e. physical systems or living organisms. Pollution can take the form of chemical substances, or energy, such as noise, heat, or light. Pollutants, the elements of pollution, can be foreign substances or energies, or naturally occurring; when naturally occurring, they are considered contaminants when they exceed natural levels. Pollution is often classed as point source or nonpoint source pollution.

Mar Adriatico, tracce di plastica anche nel pesce che mangiamo

ROMA – La plastica gettata in mare spesso finisce nel pesce che consumiamo. Colpa della plastica presente nel Mar Adriatico, uno dei bacini più inquinati del Mediterraneo, che con il passare del tempo si frantuma venendo ingerita dai pesci che poi finiscono nelle reti dei pescatori e infine nei nostri piatti. Infatti per ogni chilometro quadrato di mare ci sono dai 330 ai 750 pezzi di plastica.

A renderlo noto, riporta Repubblica, sono stati gli Europarlamentari dei Verdi in occasione del convegno “Futuro dell’Adriatico”, organizzato a Rimini. Nel meeting sono stati discussi i due problemi principali del mare che bagna la costa orientale italiana: quello dei rifiuti (con gli effetti sulla pesca) e quello dei mutamenti climatici. Dal punto di vista della balneazione non ci sarebbero immediati problemi, come testimoniano i dati della nave Daphne, tuttavia sul medio e lungo periodo i pericoli sono all’orizzonte.

Il meteorologo Andrea Giuliacci ha rivelato che la temperatura media dell’acqua dell’Adriatico, in soli 17 anni, è cresciuta di 0,8 gradi e che negli ultimi 110 anni il livello del mare è salito di 19. Tra il ‘93 e il 2010 la crescita ha accelerato con 3,4 millimetri all’anno.

A destare maggiore preoccupazione è la presenza di rifiuti. Nella spiaggia più pulita, quella di Rimini, è presente un rifiuto ogni dieci metri quadrati. Nel 90% dei casi si tratta di materie plastiche, nel 5% di vetro e il resto è un mix di pattume vario. Più nel dettaglio, il 14,6% dei rifiuti è rappresentato da plastica da imballaggi, il 12,9% da frammenti dello stesso materiale, ma ci sono anche cotton fioc (7,9%), polistirolo (6,7%) e “cicche” (3,2%). Per quanto riguarda i fondali si stima ci siano 500 pezzi di plastiche (in gran parte bottiglie) per chilometro quadrato, mentre se si guarda a ciò che galleggia troviamo tra i 150 e i 200 pezzi per chilometro quadrato, il 91% dei quali plastica.

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