L’Ocse raccomanda anche al sistema di protezione civile di dare maggiore visibilità al legame tra cambiamenti climatici e disastri naturali, coinvolgere le compagnie di assicurazione nella copertura delle perdite causate dai disastri naturali, istituire una struttura per la valutazione autonoma dei singoli disastri che consenta di trarre insegnamento dalle esperienze passate, investire “nell’eccellente sistema di volontariato presente sul territorio”.
Secondo l’Organizzazione è inoltre necessaria una migliore attuazione delle politiche di prevenzione finalizzate a ridurre la vulnerabilità e l’esposizione ai rischi naturali della popolazione italiana. Oltre alle norme di pianificazione urbanistica, “dovrebbero essere previste misure di ispezione, maggiori incentivi per la riqualificazione e sanzioni più dure per le violazioni (come edificare sui terreni percorsi dal fuoco)”.
Tutte le istituzioni governative responsabili della gestione del territorio, sottolinea il rapporto, “devono esercitare un controllo più severo su tale regolamentazione”. Viene infine rilevato che non tutti gli 8.104 comuni italiani dispongono delle risorse necessarie a garantire un adeguato servizio di protezione civile.