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Vongola asiatica invade Brescia: gommosa e insipida, distrugge fauna italiana

di admin |8 Giugno 2015 16:24

Vongola asiatica invade Brescia: gommosa e insipida, distrugge fauna italiana

BRESCIA – Si chiama vongola asiatica, viene dall’estremo oriente e ha invaso i fossi nella provincia di Brescia, colonizzando anche il Garda, il Po e il Brenta. Gommosa, insipida e anche aggressiva: questa specie aliena infatti altera gli ecosistemi distruggendo la fauna autoctona e non conosce predatore che la spaventi.

Pietro Gorlani sul Corriere della Sera scrive che le vongole asiatiche sono state trovate in un piccolo fosso a Bargnano di Corzano, in provincia di Brescia, ma anche durante il dragaggio del Campagna. Queste vongole sono arrivate in Italia nel 2002, spiega Gorlani:

“Alla quale dà una risposta uno dei massimi esperti di molluschi d’acqua dolce, Gianbattista Nardi: «È una specie aliena, dell’estremo oriente. Trasportata dall’uomo attraverso le navi prima nel Nord Europa, poi nel Nord Italia. Sul Garda è arrivata probabilmente con i motoscafi dei turisti olandesi. Io l’ho raccolta per la prima volta a Manerba nel 2002. Gli uccelli possono poi aver fatto da vettore per le larve, espandendo la loro presenza anche nella Bassa». Nardi, che sull’argomento ha scritto un testo insieme ad Antonio Braccia, dieci anni fa aveva ipotizzato una futura esplosione demografica della Corbicola. Così è stato. Il suo ritrovamento in grandi quantità nel fosso a Corzano ne è una dimostrazione.

E snocciola elementi inediti per la letteratura scientifica di settore (e non solo): «Negli ultimi anni l’ho ritrovata, a macchia di leopardo, anche tra Ghedi, Leno, Manerbio, l’Oglio e il lago d’Iseo. Ma è stata trovata anche nel Po, nel Brenta e nei laghi di Mantova. Il problema è che dove si è acclimatata ha portato danni economici (ostruzione di canali irrigui, scarichi civili e industriali) e ambientali (alterazione di equilibri chimico fisici dei bacini e sostituzione della fauna autoctona)». Non ha infatti predatori. Aironi e ratti non la riconoscono come cibo. E quindi prolifera indisturbata”.

Danni all’ecosistema e invasione diffusa, queste vongole asiatiche non sono neanche buone da mangiare, sia perché insipide sia per la salute:

“la vongola filtra litri d’acqua al giorno. Ma nei fossi della Bassa (e non solo) finiscono troppi scarichi fognari (un terzo della provincia non ha depuratori adeguati) ma anche molti residui di pesticidi e scarichi industriali. Insomma, meglio lasciarla dov’è. Pennellata d’esotico nell’immenso mare verde di mais. Ultimo aspetto, quello istituzionale. A differenza di altre specie aliene (nutria su tutte) non esistono piani di eradicazione. «Sarebbe molto opportuno però iniziare un censimento – chiude l’esperto – per monitorare il fenomeno»”.

E se la vongola aliena dall’oriente non bastasse, nel Garda è arrivata anche la cozza zebrata:

“C’è anche un gasteropode australiano dal nome impronunciabile (Potamopyrgus antipodarum ) ma dalla graziosa forma a spirale. E una cozza zebrata (la Dreissena polymorpha) originaria del mar Nero e finita chissà come nel lago di Garda, ricorda il malacologo Gianbattista Nardi:««Altro bivalve quasi certamente presente nel Garda è l’enorme Anodonta woodiana , che può arrivare a misurare 25 centimetri». Il problema è che queste specie aliene minacciano e tolgono spazioe a quelle autoctone: le più famose sono «la Unio elongatulus e la Anodonta Cygnae – chiude Nardi – che vivono in molti fossati sabbiosi e fangosi»”.

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