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Alemanno dirà addio al Campidoglio? L’exit strategy del sindaco di Roma

di Alessandro Avico |16 Aprile 2012 14:17

Gianni Alemanno (Lapresse)

ROMA – “Ma Alemanno che fa? È vero che si dimette per candidarsi in Parlamento?”. Come riporta Repubblica, in un articolo di Giovanna Vitale, nei corridoi del Campidoglio non si parla di altro. E poco importa che lui abbia già smentito e ribadito, persino ironizzato sulle speranze vane dei suoi oppositori. Repubblica dà la notizia  per sicura, corredata per di più da una scadenza precisa: ottobre 2012. È allora che il primo cittadino potrebbe formalizzare l’addio al Campidoglio e il ritorno sulla ribalta nazionale.

Se Gianni Alemanno dovesse perdere contro Nicola Zingaretti si ritroverebbe a fare il semplice consigliere comunale, per di più d’opposizione: a parte la figuraccia, significherebbe star fermo almeno un anno. Fino al 2014, quando con le Europee potrebbe rientrare in gioco.

E allora sempre come riportato da Repubblica, Alemanno sta cercando una exit strategy, una soluzione che gli consenta di lasciare il Campidoglio con onore. Finora tre gli scenari ipotizzati nel segreto dello studio con vista sui Fori. Tre soluzioni ipotizzate dal quotidiano.

Primo: la grosse koalition. Se nel 2013, a livello nazionale, si dovesse profilare la medesima situazione di oggi, con i tre maggiori partiti disposti a unirsi per la salvezza del Paese, lo stesso schema potrebbe essere proposto a Roma. Dove, ovviamente, bisognerà individuare un candidato non di parte, capace di fare sintesi, magari un tecnico, che certo non può essere Alemanno. Pronto perciò a sacrificarsi per il bene della città. Anche in questa chiave si spiegherebbe il pressing sul ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri.

Secondo scenario: moderati della capitale unitevi. L’altra esca per uscire dall’impasse sarebbe l’alleanza con il Terzo. Un beau geste al quale Alemanno lavora da mesi. In accordo con Luigi Abete, il presidente di Bnl che muore dalla voglia di fare il sindaco per conto dell’Udc. L’unico problema è che Casini non sarebbe convinto. Preferendogli di gran lunga Luca di Montezemolo: la carta da giocare per spiazzare tutti e provare a vincere. A rivelarlo sarebbe stato lo stesso Alemanno a una cena politica prima di Pasqua.

Terzo scenario: obbligato a ricandidarsi. È il meno gradito. Entro ottobre potrebbero non essere definite né la grosse koalition, né le alleanze del Terzo Polo. In un quadro tanto incerto il sindaco sarà costretto a far spirare il termine delle dimissioni, sperando sulla fine anticipata della legislatura.

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