X

“L’eredità di Tobagi un valore da custodire”, Ferruccio De Bortoli sul Corriere della Sera

di luiss_smorgana |25 Maggio 2010 11:03

Walter Tobagi

Dopo trent’anni dalla morte del cronista Walter Tobagi, Ferruccio De Bortoli lo ricorda dalle colonne del Corriere della Sera. Rievoca l’atmosfera di allora nelle redazioni dei giornali, l’ombra del terrorismo e l’ansia di quel 28 maggio 1980 in cui il giornalista del Corriere venne freddato dalla Brigata XXVIII marzo, gruppo terrorista di estrema sinistra.. Blizquotidiano propone questo racconto come articolo del giorno.

«Non passava giorno, in quegli anni, che non venisse ucciso o gambizzato (brutto neologismo dell’epoca) qualcuno. E anche noi giornalisti avevamo la netta sensazione di poter essere, come lo eravamo già stati, nel mirino dei terroristi. C’era chi, esagerando come spesso ci accade, si era comprato un’arma, così per sentirsi più sicuro; chi uscendo di casa cambiava ogni giorno percorso; chi confessava di continuare a guardarsi le spalle», scrive De Bortoli.

Il primo a saperlo fu il videcapo cronista Fabio Mantica: «Mantica scese in lacrime quando noi avevamo già capito e ci sentivamo sperduti e paralizzati dal dolore. Si appoggiò allo stipite della porta principale dello stanzone, quasi lasciandosi andare. “Ma forse non è morto “, disse un collega. “No, nulla da fare, Walter è morto”».

Ora 30 anni dopo l’eredità di quella tragedia, di quella ferita italiana deve essere custodita, invita De Bortoli, perché quel mercoledì «il tempo si era fermato all’improvviso» . Poi ha ricominciato a correre e Tobagi va ricordato «senza retorica e amnesie».

Scelti per te