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Cani e zingari e documenti nel parco di Roma

di Marco Benedetto |27 Ottobre 2012 14:47

Un giorno un signore portava a spasso il suo cagnolino in un parco di mezza periferia di Roma. Il parco è stato eletto a  dimora di una banda di zingari. Nell’aria l’odore acre di pneumatici e scarti di refurtiva bruciati, sullo sfondo pile di rifiuti e  cataste di merci rubate.

Gli si è avvicinato un giovanotto in borghese, qualificatosi guardia zoologica, e ha chiesto i documenti del cane, non un rottweiler né un pittbull, un cagnetto di trenta centimetri.

Nel paesaggio da terra di nessuno tra Sodoma e Gomorra, nessuno si occupava del bivacco degli zingari, dell’accattonaggio molesto, della refurtiva, dell’inquinamento.

Solo del cagnolino.

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