“Rai, serve rivoluzione tg”, Verducci, Pd. Ma mi faccia il..

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Aprile 2016 - 14:13 OLTRE 6 MESI FA
"Rai, serve rivoluzione tg", Verducci, Pd. E pranzi di gala?

“Rai, serve rivoluzione tg”, Verducci, Pd. E pranzi di gala?

ROMA – Intervenuto al al Convegno “Informerai” organizzato da Area Popolare e coordinato da Maurizio Lupi e Paolo Bonaiuti, il senatore del Pd e vice presidente della Commissione di Vigilanza Rai Francesco Verducci ha invocato una “rivoluzione” del sistema informativo Rai, si suppone riguardo a tg, approfondimenti e talk-show politici.

“Il modo in cui si fa informazione in Rai è stato ideato in un’altra epoca, va ripensato. Serve una rivoluzione, in primo luogo culturale e poi organizzativa. L’informazione è la ragion d’essere del servizio pubblico. Serve un servizio pubblico capace di parlare alle nuove generazioni, e l’informazione sempre più dovrà essere cross mediale […]

L’informazione deve raccontare la società in trasformazione, anche con occhio critico ma con l’obiettivo di unire, non cavalcando paure ma rafforzando inclusione e coesione sociale”. (Ufficio Stampa PD Gruppo Senato)

Siamo grati a Verducci, noi che credevamo che raccontare i fatti così come si sono svolti fosse il succo e lo scopo di una notizia: si chiama professionalità, se vuoi sostituire un direttore con uno più bravo nessuno te lo impedisce, ma vuoi mettere con l’afflato messianico che promana dal messaggio rivoluzionario di Verducci? Era dai tempi dei conduttori tg rivolti alla telecamera con il busto di tre quarti che non assistevamo a una rivoluzione di questa portata.

Ci dispiace solo constatare che Campo Guevara Dall’Orto deve essere circondato da infingardi controrivoluzionari, tutti annidati nei sottoscala della Rai solo per sabotare il progetto rivoluzionario di Fidel Renzi: tipo quei reazionari ostruzionisti dell’ufficio legale Rai che hanno fatto causa al Governo per 11mila euro. Nemici del Progresso che con codina perseveranza osano disapprovare un Dario Fo in prima serata per il meschino calcolo auditel secondo cui a ogni conato “de cultura” corrisponde il raddoppio degli ascolti del concorrente innominabile.

E del resto, a organizzare e benedire il progetto copernicano al pranzo di gala di Area Popolare (Mao aveva torto) c’era anche l’ex portavoce di Sua Emittenza, transumato senza strappi dalla diaspora socialista in Forza Italia a quella forzaitaliota nell’Ncd a targa governativa e per il quale, stavolta tolemaicamente, il suo Re Sole resta il centro dell’universo televisivo mentre Renzi un satellite che, per uno strano fenomeno cross mediale, si crede pianeta.

Un grande cambiamento, una vera Riforma (non siamo così romantici da chiamarla rivoluzione) inizierebbe dal ribaltamento dello schema duopolistico talmente consolidato da non essere nemmeno più nominabile. Come diceva il copywriter del Grande Fratello (Orwell, non Endemol), “nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario”.