ROMA – Roma è sotto l’acqua, il nubifragio ha paralizzato praticamente mezza città (specie il centro e la zona Nord) e il sindaco Marino e la Protezione Civile consigliano di “limitare gli spostamenti”. Peccato che lo facciano solo dopo che la gente è uscita di casa.
Cronaca di un delirio da pioggia, tipico di Roma, visto che ogni volta che cadono due gocce la città si paralizza, figuriamoci quando l’allerta è reale. Ore 7: piove incessantemente da ore. Piove forte, le strade sono coperte di pozzanghere, i sottopassi sono a rischio allagamento. Il traffico è già paralizzato: code interminabili, clacson che suonano all’impazzata, autobus che faticano a districarsi tra le auto impantanate.
Ore 8: il caos è al suo culmine. In città non si cammina più. Sui social network arrivano le prime foto di gente sui tetti (Roma Nord), macchine sommerse (sempre Roma Nord), quartieri al buio per black-out (Ostia e Roma Sud). Il rumore delle gocce è spezzato solo dai clacson degli esasperati automobilisti.
Ore 8.55: il Campidoglio attiva l’unità di crisi. Marino apre la Ztl del centro a tutti per provare ad agevolare il traffico
Ore 9.43: l’Ansa batte la notizia della raccomandazione della Protezione Civile. Ufficialmente “Romani limitate gli spostamenti”, che suona come un “Romani restate a casa”.
Peccato che la maggior parte di questi romani sia già uscita. Molti di loro torneranno a casa per impossibilità di raggiungere il posto di lavoro. Magari la prossima volta sarebbe bene avvisarli prima.