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Roma: stop rivista turisti: troppi 40 mila €, farà sito internet tipo Camera?

di Marco Benedetto |20 Agosto 2013 8:17

Ignazio Marino, spazza via tutto

Ai tempi di Veltroni costava 130 mila euro a numero, con Alemanno ne costava solo 40, ma la nuova amministrazione Marino ha chiuso una rivista per turisti che ai tempi di internet forse serviva a poco ma era pur sempre un biglietto da visita della Capitale. La vicenda ha tutto il sapore di un regolamento di conti fra sinistra e destra, che alla fine porterà all’ingresso di qualche nuovo operatore, magari in linea con i tempi, non più di un giornale di carta ma on line.

Certo c’entra anche la frenesia di cambiare tutto quello che non conta, che ha travolto Roma, ostaggio di prostitute, ambulanti abusivi, zingari e gabbiani. Ne sono massimo esempio il caos nel traffico provocato dalla assurda chiusura alle sole auto private della strada attorno al Colosseo e quello che comporterà una ulteriore chiusura proprio nel centro di Roma annunciata da Marino.

La rivista in questione si chiama o chiamava «L’Evento», mensile bilingue, editore il Comune di Roma: aveva il compito di raccontare ai turisti i prossimi eventi. In tutto erano 48 pagine, 16 curate direttamente dall’ufficio stampa del Comune, le altre gestite dagli albergatori: sulle prime viaggiava solo pubblicità istituzionale, sulle altre quella commerciale. Era una iniziativa, racconta Ernesto Menicucci sul Corriere della Sera, nata dieci anni fa

“sotto le giunte di centrosinistra, «ereditata» dal centrodestra, che negli ultimi cinque — quelli di Alemanno — ha «inglobato» un’altra pubblicazione, «Un ospite a Roma», di proprietà dell’associazione «Chiavi d’Oro» dei portieri d’albergo”.

Spiegano in Comune:

“Costava troppo, il Comune pagava le spese ma la pubblicità la incassavano altri”.

Precisa Menicucci:

“Costo complessivo, intorno ai 40 mila euro a numero, 500 mila euro l’anno, per stampare e distribuire la rivista in circa 50 mila copie, che venivano portate soprattutto negli maggiori hotel della Capitale”.

La cosa non è molto chiara a dire il vero, anche se nel racconto di Menicucci manca il capitolo spese e dal Comune cifre esatte non ne hanno fornite, dando alla vicenda l’aria di un regolamento di conti tra destra e sinistra:

“Il Comune pagava le spese, le «Chiavi d’Oro» prendeva la pubblicità. Il contratto è stato rinnovato l’ultima volta a maggio, piena campagna elettorale, dall’allora direttore dell’ufficio stampa Simone Turbolente. Ma, appena insediatosi, il suo successore Marco Girella — stesso stipendio del predecessore, un triennale da 124 mila euro lordi annui — ha avviato una serie di tagli alla struttura: meno addetti stampa «esterni», via il contratto di Televideo con la Rai. E via «L’Evento», perché «con 500 mila euro si fanno tante cose»”.

Vedo gente, faccio cose, chissà.

“Gli albergatori, di certo, non l’hanno presa bene: «Grazie a quella convenzione — spiegano dall’ex staff di Alemanno — abbiamo abbattuto i costi da 130 mila euro a numero, sotto la giunta Veltroni, a 40 mila. E, in questo modo, il mensile era distribuito in tutte le stanze d’albergo, da tre stelle in su, fornendo un vero servizio ai turisti». Che, ad onor del vero, oggi usano molto di più internet per sapere cosa c’è da fare o vedere a Roma”.

Il dubbio tocca anche Ernesto Menicucci che chiede se l’Evento verrà sostituito da altre pubblicazioni, magari in collaborazione con qualche gruppo editoriale, ma

“il Campidoglio lo nega: «Abbiamo chiuso questo, perché dovremmo fare una guida con un quotidiano?». L’idea è un’altra: «Fare un sito internet dedicato, con tutti gli appuntamenti per i turisti». Con buona pace dei portieri d’albergo”.

E sperando che non chiedano dritte a Laura Boldrini, che ha appena lanciato un bando per il sito della Camera per la modica spesa di 1,2 milioni di euro all’anno.

 

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