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Selfie e cardinali, “Te Deum” dell’autoscatto da San Pietro‏

di Alessandro Avico |28 Aprile 2014 10:17

ROMA – La moda del selfie, l’autoscatto con il telefonino, è dilagante e devastante. Non ne sono andati esenti nemmeno molti degli importantissimi personaggi, cardinali inclusi, che hanno fatto parata alla cerimonia di domenica per i due Papi santi

Giornali su carta e on line hanno preso il fatto come scontato. Vittorio Zucconi è andato oltre e ha scritto per Repubblica venti memorabili righe, essenziali senza indulgere alla verbosità:
“Se la vanità è il peccato preferito dal demonio, oltre che la più grave colpa della Chiesa cattolica di oggi — come ebbe a ricordare Papa Francesco nel commento al Vangelo del 14 marzo scorso — parrebbe che molto lavoro avrebbero avuto da subito i due Santi di fresca nomina, per domandare misericordia al cielo di fronte al ciclone di selfie, al falò artificiale della vanità da fototelefonino, che si è levato domenica mattina da Piazza San Pietro”.
Non ne sono stati risparmiati
“neppure i padri della Chiesa che avevano nascosto tra le candide e ampie pieghe dell’abito episcopale macchinette pocket e smartie. Ma la fotografia, che ancora faceva inorridire come «moderna diavoleria» il primo Pontefice ripreso, riluttante, da un obbiettivo, Gregorio XVI Cappellari nel 1845, è stata da tempo assolta, addirittura benedetta già da Leone XIII («Santa Photographia!» esclamò in latino il Papa della Rerum Novarum in un poemetto) e usata dai successori di Pietro”.
Si è levato al Cielo un vero e proprio
“Te Deum dell’autoscatto con smartphone. L’intercessione di San Giovanni Paolo II, il Santo che amavo gli obbiettivi, è garantita. Non sono selfie di vanesi, spiegherà al Signore che non lo coriggerà, ma sono santini”.
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