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Gli Oscar incoronano “Il discorso del Re”: 4 statuette. Battuti “The Social Network” e “Il Grinta”

di Alberto Francavilla |28 Febbraio 2011 9:40

Una scena de Il discorso del Re

LOS ANGELES – Il “Discorso del Re” trionfa agli Oscar: alla ottantatreesima edizione del premio, il film di Tom Hooper ha vinto quattro tra i riconoscimenti più importanti: miglior film, migliore attore protagonista, migliore sceneggiatura e migliore regista, categoria che torna in mano a un uomo dopo che lo scorso anno il prestigioso premio era andato a Kathryn Bigelow , per “The Hurt Locker”. Quest’anno invece i membri dell’Academy quest’anno lo hanno invece assegnato a Hooper.

A bocca asciutta invece il favorito David Fincher per “The Social Network” e Joel e Ethan Coen, che con il loro “Il Grinta” non hanno portato a casa nemmeno una statuetta. Non meglio è andata a David O’Russel e Darren Aronofosky, regista di “Black Swan”, film che ha vinto una sola statuetta, quella per la migliore attrice protagonista a Natalie Portman. Commossa, l’attrice nata a Gerusalemme ha ringraziato i genitori e e i colleghi, in uno dei tanti discorsi senza acuti pronunciati sul palco del Kodak Theatre.

Tutto come previsto anche per quanto riguarda la categoria del migliore attore protagonista che ha visto la vittoria di Colin Firth, per la sua regale interpretazione ne “Il discorso del re”, una vittoria annunciata. A coronare il successo poi l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale che è andato a David Seidler, alla sua prima vittoria, che, a 73 anni, lo ha reso l’autore più anziano a ricevere questo premio nella storia degli Oscar.

L’Oscar per migliore attrice non protagonista è stato annunciato da uno scatenato Kirk Douglas, ed è andato a Melissa Leo, per “The Fighter”. Nella stessa categoria al maschile, annunciato da Reese Witherspoon, ha vinto invece Christian Bale, sempre per “The Fighter”.

Tra i film più premiati, ben quattro le statuette, anche se solo in categorie tecniche, sono andate a “Inception” di Christopher Nolan,: migliore fotografia, migliori effetti speciali, migliore montaggio dei suoni e migliore mixaggio dei suoni.

“The Social Network” si è aggiudicato tre Oscar, tra cui quello per il migliore montaggio, per la migliore colonna sonora e il premio come migliore sceneggiatura non originale con Aaron Sorkin, che ha sottolineato quanto strumenti come Facebook siano stati fondamentali nelle recenti insurrezioni popolari viste in Nord Africa.

Anche “Alice in Wonderland” si è aggiudicato due Oscar, direzione artistica e costumi andata a Colleen Atwood. Nella sua categoria, unica speranza italiana di vittoria, concorreva anche Antonella Cannarozzi, per “Io sono L’amore”, di Luca Guadagnino.

Interrotta la corsa dell’Italia ancora prima delle nomination finali, dove “La prima cosa bella”, come capita ormai sovente ai film italiani non è nemmeno arrivato, il premio per il migliore film straniero è andato a “In un mondo migliore”, che ha portato il terzo Oscar della storia al cinema danese.

Unico momento che riporta al tricolore, durante l’omaggio ai protagonisti del mondo del cinema scomparsi nell’ultimo anno, Celine Dion sul palco a cantare, le immagini che scorrono alle sue spalle e tra esse quelle di Mario Monicelli e Dino De Laurentiis, considerati miti anche e soprattutto da questa parte dell’Oceano.

Per quanto riguarda i film d’animazione i novemila giurati dell’Academy hanno pienamente rispettato i pronostici, assegnando l’Oscar a “Toy Story 3”, confermando la supremazia della Disney e assegnando alla pellicola anche l’Oscar per la migliore canzone originale “We belong together”.

Da qualche stagione a questa parte, dalla vittoria di Michael Moore con il suo “Bowling for Columbine”, la categoria riservata ai documentari ha acquisito un’importanza speciale. Ad aggiudicarsi la statua quest’ anno è stato “Inside Job”, incentrato sulla crisi del mercato immobiliare americano e i vizi del sistema finanziario.

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