Honest Thief: recensione (senza spoiler) del film con Liam Neeson

di Giuseppe Avico
Pubblicato il 6 Aprile 2021 - 07:30| Aggiornato il 10 Settembre 2021 OLTRE 6 MESI FA
Honest Thief: recensione (senza spoiler) del film con Liam Neeson

Honest Thief: recensione (senza spoiler) del film con Liam Neeson

“Sistemerò le cose…a modo mio”: è una frase pronunciata da Liam Neeson nel film Honest Thief, uscito in Italia direttamente su Sky lo scorso 22 marzo. Nelle sale cinematografiche statunitensi il film ha avuto successo fin da subito.

Tornando alla frase precedente, quella che Neeson pronuncia con l’intensità epica che è tipica di Steven Seagal, la si potrebbe trascrivere col pilota automatico in tutte le sceneggiature di questo genere di film. Ma ci ritorneremo. Per ora ci limitiamo a dire che l’ultima “fatica” di Liam Neeson è un po’ come tante altre, ossia un filmetto d’azione che non porta nulla al genere e che anzi cerca in tutti i modi di sminuirlo.

Honest Thief: la trama

Tom è un ladro di banche professionista, le rapina senza lasciare la minima traccia e sparisce nell’ombra. Il suo bottino totale ammonta a 9 milioni di dollari. A sconvolgere la sua vita è una donna, Annie, per la quale è pronto a costituirsi. Si mette in contatto con l’FBI, proponendo loro un accordo: consegnerà tutto il denaro in cambio di una pena ridotta. Tra Tom e la sua redenzione, però, ci sono due agenti corrotti che gliela renderanno difficile.

Ma l’azione?

L’action movie, quello nudo e crudo servito su un piatto di pallottole, ha una sua longeva dignità che nel tempo si è contraddistinta sempre più per la sua semplicità. Salvo determinate eccezioni, questo genere non pretende quasi mai di essere guardato con uno sguardo più attento del dovuto, proprio perché di base fa dell’intrattenimento la sua essenza. Inseguimenti, sparatorie, battute grossolane, esplosioni, sono tutti elementi carissimi al genere. Eppure, come per ogni cosa, bisogna saperci fare.

Honest Thief, che dalla sua ha il volto iconico di Liam Neeson, riesce a sminuire un po’ tutti gli elementi sopracitati. Per rimanere in territorio Neeson, la serie dei vari Taken, pur non brillando in originalità, si avvaleva quantomeno di sequenze d’azione dal forte impatto scenografico. Senza dimenticare film più riusciti come Unknown, Run All Night e L’uomo sul treno. Insomma, l’attore nordirlandese ha saputo ritagliarsi lo spazio di icona del genere, senza comunque rinunciare a ruoli più di spessore.

Honest Thief affonda insieme a lui nel più profondo dei dimenticatoi, senza lasciare al pubblico neanche un po’ di sano intrattenimento, nemmeno una sparatoria di livello o un inseguimento incalzante. Tutto viene tagliuzzato come una vecchia siepe proprio sul più bello, proprio quando l’azione sta per raggiungere il suo culmine. La tensione non c’è e si finisce presto per guardare le pareti alla ricerca di crepe.

Personaggi: è una parodia?

Non è la primissima peculiarità del cinema action quella di portare sullo schermo l’approfondimento psicologico del protagonista e dell’antagonista. Eppure, i casi nei quali questo avviene ci sono e senza dubbio alzano non poco lo spessore del film. Tutt’altra storia per Honest Thief. I personaggi non solo non hanno personalità e background, ma risultano a tratti perfino ridicoli. Ridicole sono le loro scelte e ridicoli sono i dialoghi che tirano su con un’epicità che sa tanto di parodia.

Ci si prova, in sede di sceneggiatura, con il protagonista, ma la storia del suo passato, sempre che di storia si possa parlare, risulta più che banale. Per non parlare degli antagonisti: figurine tratteggiate tutte mascelle e pistole. Le motivazioni che spingono questi ultimi ad agire contro il protagonista sono tanto superficiali quanto sciocche, prive di una qualsivoglia giustificazione logica o in stretto contatto con una backstory, la loro, che non c’è.

Regia e sceneggiatura

In parte della sceneggiatura abbiamo già parlato in riferimento ai personaggi. Va aggiunto, però, che oltre ad essere insipidi come brodaglia, questi vengono spinti in una storia che alla base non funziona. Accade tutto così in fretta, a discapito del realismo. Il protagonista si innamora e decide di cambiare vita già dopo i titoli di testa. Bisogna dare il tempo al pubblico di conoscere il protagonista, di seguirne i cambiamenti, ma perché questo avvenga al pubblico deve essere fornita tutta una parte (backstory) che deve essere approfondita e non lasciata marginalmente sullo sfondo. Tutto questo in fase di scrittura non è stato fatto e i risultati sono evidentemente disastrosi. Pretendere che il pubblico accetti a prescindere le scelte del protagonista è un errore grossolano.

Affidarsi semplicemente al concetto di giustizia privata, e qui torniamo alla frase iniziale di questa recensione, non basta. Come per un cambiamento, alla base ci deve essere un barlume di approfondimento psicologico attraverso il quale costruire la credibilità della giustizia di quartiere. E forse non basterebbe neanche questo, data la quantità incommensurabile di film che battono il chiodo su questo argomento.

La superficialità della sceneggiatura viaggia a braccetto con quella di una regia di basso livello. Il saper o meno posizionare la camera durante una scena action cambia tutto: prospettiva, impatto scenografico e non ultima la tensione. In questo film si ha la sensazione di un tizio alto 3 metri, di più o meno 150 chilogrammi, che trasporta la cinepresa con tanta pesantezza da farla diventare la vera protagonista, altro che Neeson. La cinepresa deve sentirsi il meno possibile, qui succede l’opposto. E dire che il montaggio tante volte ti porge una mano benevola, mentre qui invece dà il colpo del KO.

Honest Thief passa come una sorsata di Coca-Cola calda: la mandi giù, fai una smorfia e non ti dà soddisfazione. È un film sconsigliato anche per una tranquilla seratina tutta divano e pantofole. Manca la soddisfazione che nasce dal divertimento/intrattenimento, ed è ancor più grave per un action che punta (solo) a quello.

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Honest Thief: la sceda del film

  • Anno: 2020
  • Genere: azione, thriller
  • Regia: Mark Williams
  • Soggetto-Sceneggiatura: Mark Williams, Steve Allrich
  • Fotografia: Shelly Johnson
  • Montaggio: Michael P. Shawver
  • Musiche: Mark Isham
  • Cast: Liam Neeson, Kate Walsh, Jai Courtney, Jeffrey Donovan, Robert Patrick