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Barcellona. Attacco per tre stragi: bombe, non solo van sulla folla

di Warsamé Dini Casali |18 Agosto 2017 12:09

Barcellona. Attacco per tre stragi: bombe, non solo van sulla folla

Barcellona. Attacco per tre stragi: bombe, non solo van sulla folla

ROMA – Barcellona. Attacco per tre stragi: bombe, non solo van sulla folla. La strage doveva essere più grande, era stata progettata in più fasi, con più mezzi.

Il furgone lanciato sulla folla che ha provocato 13 morti e un centinaio di feriti sulle ramblas a Barcellona si è rivelata l’azione più eclatante e riuscito della cellula jihadista – gli indizi privilegiano una pista marocchina – che si è messa in azione in Spagna: ma la strategia di attacco era più articolata, doveva comprendere altre stragi con altri mezzi, per esempio con esplosivi artigianali da caricare sul furgone, bombole a gas opportunamente modificate.

Come suggerisce l’uccisione di 5 militanti poche ore prima a Cambrils (90 km da Barcellona) sorpresi a indossare presunte cinture esplosive. In totale, una cellula terroristica di otto persone sarebbe stata coinvolta negli attacchi di ieri a Barcellona e Cambrils: è quanto ritengono gli inquirenti spagnoli secondo una fonte giudiziaria. Lo scrive il quotidiano britannico Independent. La cellula pianificava di usare bombole di gas, che secondo un altro giornale britannico – il Daily Mail – dovevano essere caricate sul furgone utilizzato nell’attacco sulla Rambla.

E l’esplosione avvenuta mercoledì in un appartamento ad Alcanar (60 km più a sud) è il terzo episodio: un filo rosso lega i tre eventi preparatori di attentati in serie che avrebbero potuto innalzare drammaticamente il numero delle vittime.

Nell’esplosione ad Alcanar un uomo è morto mentre maneggiava bombole di gas e un altro è rimasto ferito ed è stato arrestato. Secondo i vicini, nella casa abitavano due fratelli magrebini.

Il ritrovamento di venti bombole pronte ad esser trasformate in arme letali suggerisce anche altro, insieme al dubbio che le cinture di Cambrils potessero essere false, giusto a scopo di deterrenza per non farsi sparare addosso: rispetto per esempio a Parigi, la cellula spagnola non disponeva di un arsenale di armi, forse la struttura logistica del terrore è saltata accreditando peraltro il valore dei risultati raggiunti dall’apparato dei servizi segreti. La catena dell’approvvigionamento di armi e munizioni si è interrotta.

Ma il rischio è ancora altissimo, proprio in corrispondenza delle sconfitte militari dello Stato islamico nelle terre di Siria e Iraq e il proficuo reclutamento online di jihadisti dell’ultima allevati nel cuore dell’Europa.

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