Francia, concorrente muore durante il reality. Il medico si uccide: “Infangato”

Pubblicato il 2 Aprile 2013 - 11:47| Aggiornato il 4 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

PARIGI – Un reality show di sopravvivenza che doveva essere intrattenimento e invece si è tramutato in tragedia. Tanto da essersi guadagnato l’appellativo di “reality maledetto“. Koh-Lanta, equivalente di Survivor o dell’Isola dei famosi, in onda in Francia sul canale Tf1 è alle prese con il secondo lutto nel giro di appena due settimane. Dopo la morte di uno dei concorrenti, dieci giorni fa in Cambogia per un arresto cardiaco durante le riprese, si è tolto la vita anche il medico di produzione che gli aveva prestato i primi soccorsi. In una lunga lettera alla famiglia, l’uomo ha spiegato di non essere in grado di sopportare il peso della disgrazia e delle critiche scaturite poi. E nelle sue ultime volontà ha puntato il dito contro quella Francia che lo ha messo alla gogna: ”La sola cosa che voglio è che il mio corpo sia cremato in Cambogia. Senza mai più passare dalla Francia”.

Thierry Costa, 38 anni, era un esperto in medicina d’urgenza, e da quattro stagioni televisive lavorava per la trasmissione Koh-Lanta, effettuando controlli sulla salute dei concorrenti prima e durante il gioco, e prestando le prime cure in caso di incidenti o malattie.

Nel caso di Gerard Babin, il concorrente venticinquenne morto per un attacco cardiaco durante la prima prova su una spiaggia cambogiana, il suo operato e quello dell’equipe di produzione è stato però messo in discussione da alcune testimonianze anonime diffuse dai media transalpini. I soccorsi sarebbero stati prestati troppo tardi, con una logica che aveva dato priorità alla resa televisiva piuttosto che alla sopravvivenza del giovane. Una tesi che gli autori di Koh-Lanta avevano da subito smentito, ma che era rimbalzata tra siti, radio e tv francesi per diversi giorni, creando un ambiente di sospetto divenuto insopportabile per Costa. Intanto, però, pure la giustizia francese ha aperto una inchiesta per omicidio colposo per determinare le cause del decesso del concorrente.

Non potrò mai più incrociare uno sguardo in Francia senza chiedermi se sia pieno di disprezzo per me”, scrive il medico nella lettera d’addio, pubblicata dal sito del quotidiano Le Parisien con il consenso della famiglia. ”Ho iniziato con la medicina 20 anni fa e mi sono sempre applicato a lavorare molto – prosegue la missiva – con rispetto del paziente e amore per la medicina, e in conformità al giuramento di Ippocrate. Oggi ho la sensazione che tutti questi sforzi siano stati annullati da articoli pieni di menzogne”.

Il messaggio, scritto a mano sulla carta intestata dell’hotel cambogiano che ospita l’equipe della produzione, esprime grande tristezza e senso di colpa verso i propri familiari e verso quelli della giovane vittima, ma anche una forte volontà di riscattare il proprio operato. ”Sono sicuro di aver trattato Gerald in modo rispettabile, come un paziente e non come un concorrente – afferma Costa – Gli auguro di riposare in pace”.