Le immagini mostrano un uomo che al computer contatta ragazze identificate dal nickname “Padrona 1” e “Padrona 2” e riesce successivamente ad avere rapporti intimi con le stesse. Il messaggio pubblicitario ha rapidamente innescato le proteste dei telespettatori e denunce indirizzate ai garanti dei diritti dei consumatori. La legge francese stabilisce che uno spot non può essere mandato in onda se offende le “convinzioni, filosofiche, politiche o religiose” dei telespettatori.
L’Arp (associazione di autori e produttori) sostiene che dire “no” all’inserzionista significa violare le norme sulla concorrenza in un settore altamente competitivo. E le autorità di controllo finora hanno dato parere positivo perché lo spot “non fa espressamente riferimento al matrimonio”.
Per guardare il video clicca qui