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GermanWings, ipotesi al bivio: avaria o presenza estranea

di FIlippo Limoncelli |25 Marzo 2015 16:30

I resti dell’Airbus della GermanWings (LaPresse)

ROMA – Le ipotesi si accavallano e moltiplicano e gli esperti che in queste ore stanno analizzando quegli ultimi otto minuti fatali per l’Airbus A320 della Germanwings, schiantatosi sulle Alpi francesi il 24 marzo con 150  persone a bordo, sono divisi su due fronti: una presenza estranea a bordo o una avaria. 

La tesi di una presenza estranea. L’analisi degli esperti sulla stampa francese si è concentrata su come l’aereo ha perso quota: una discesa costante, ma controllata. Per i tecnici sembrava che l’Airbus avesse il pilota automatico. Quindi per scendere di quota in quel modo, la spiegazione più plausibile per gli esperti una perdita di pressurizzazione. Ma anche in un caso così grave non ci sarebbe stato motivo perché i piloti non lanciassero l’allarme per otto lunghissimi minuti, compreso quello con codice di emergenza che in casi più disperati viene spedito a terra con un trasponder. Ci sarebbe stato quindi un fatto esterno a impedire le azioni dei piloti, almeno una persona estranea all’equipaggio. Gli esperti escludono un attentato esplosivo, ma nessun ex pilota ha potuto negare che ci potesse essere “una presenza illecita a bordo”.

Una avaria? La stampa inglese, invece, citando “voci” raccolte dall’ambiente dei piloti, avanza l’ipotesi di una rottura dell’oblò della cabina di pilotaggio o un difetto del parabrezza del velivolo, che avrebbe creato uno scompenso del sistema di pressurizzazione e di regolazione dell’ossigeno, causando lo svenimento dei piloti. E questa ipotesi, sembra la più accreditata anche da piloti professionisti. In questi casi la discesa rapida al fine di portare in salvo i passeggeri, facendoli sopravvivere è prevista. Infatti ci sono quote di volo dove è possibile resistere senza pressurizzazione. Secondo le prime analisi, il variometro, strumento che indica il valore di discesa, era su un livello elevato, ma non di picchiata eccessiva. Pertanto l’ipotesi di picchiata controllata sembra ancora tenere. Va accertato il motivo che ha spinto i piloti ad eseguire questa manovra.

I tecnici di Parigi hanno preso in carico la scatola nera ritrovata dopo poche ore dallo schianto. Ritengono sia utilizzabile, per quanto danneggiata dall’impatto avvenuto a una velocità di almeno 700 km/h. Dentro ci sono le registrazioni delle voci dei piloti, un dato fondamentale per ricostruire quegli ultimi minuti precedenti allo schianto.

Un frame tratto da un video di Skytg24 mostra l'arrivo dei primi soccorritori sul luogo dove si è schiantato l'aereo
Foto Lapresse
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