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Aboubakar Soumahoro offeso dal tassista a Roma: “Tu sul taxi davanti o non sali”

di redazione Blitz |10 Ottobre 2019 12:15

Il selfie di Aboubakar con Papa Francesco dello scorso 1 maggio (Ansa)

Il selfie di Aboubakar con Papa Francesco dello scorso 1 maggio (Ansa)

ROMA – “Tu sali davanti o non entri nel mio taxi”. Così un tassista romano si è rivolto ad Aboubakar Soumahoro, il sindacalista italo-ivoriano che si batte per i diritti dei migranti sfruttati dal caporalato. A denunciarlo è stato lo stesso Aboubakar che su Twitter ha raccontato lo spiacevole trattamento discriminatorio subito nella mattinata di mercoledì 9 ottobre.

Il tweet di accusa ha riscosso tantissimi commenti di solidarietà. Il fatto è avvenuto presso un parcheggio taxi in una zona centrale della capitale. Offeso dal conducente, Soumahoro si è allontanato, annotando il numero di taxi e della coop di riferimento. “Mentre mi allontanavo scioccato e incredulo – ha spiegato – ho visto anche che il conducente faceva salire due persone italiane”. “Perché mi voleva far sedere solo davanti? Quell’autista dovrà motivarlo agli organi competenti”, ha scritto ancora. “Questa ingiustizia va denunciata: non rappresenta migliaia di tassisti che lavorano con fatica e professionalità”.

Aboubakar Soumahoro, laureato in Sociologia all’Università Federico II di Napoli, è attivo come sindacalista dell’Usb (Unione Sindacale di Base), e si occupa in particolare di organizzazione dei lavoratori agricoli e di lotta contro lo sfruttamento e il caporalato. È tra i fondatori della Coalizione Internazionale Sans-Papiers, Migranti e Rifugiati (Cispm). Questo anno, con Feltrinelli, ha pubblicato il suo primo libro “Umanità in rivolta”.

A luglio, Soumahoro insieme ai braccianti che lavorano, sfruttati e in condizioni disumane, in Puglia, ha organizzato un sit-in nella cattedrale di San Nicola a Bari e monsignor Francesco Cacucci ha dato la sua solidarietà alla protesta assicurando intermediazione con le istituzioni. “Non basta accogliere – ha detto Cacucci – ma fare in modo che poi questa accoglienza sia dignitosa. Questo è il vero problema. Fino a quando non riusciremo a realizzare questo, si alimenterà da una parte l’idea di invasione e dall’altra non si riconoscerà dignità umana. Mi permetterò di indicare concretamente le proposte da fare. Non basta la denuncia se non arriviamo a fare proposte concrete”.

Rassicurati, dopo tre ore di pacifica occupazione, i braccianti con Soumahoro, sono andati via. Il mese precedente, Soumahoro – dopo aver organizzato una raccolta fondi con l’Usb che ha messo insieme 40mila euro – ha riaccompagnato in Mali scrivendo un diario social di questo viaggio del dolore, la salma del suo amico Soumaila Sacko, sindacalista e bracciante, ucciso in una fabbrica dismessa in Calabria, per restituirlo alla sua famiglia e dare un po’ di sostegno a moglie e figli. Sempre a Soumahoro si deve l’aver denunciato il razzismo di alcuni proprietari di appartamenti della capitale che non affittano ai migranti.

Fonte: Twitter

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