Acqua, razionata quella di casa? O è solo estate? E’ come nel 2003, anzi peggio

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 23 Giugno 2017 - 10:43 OLTRE 6 MESI FA
Acqua, razionata quella di casa? O è solo estate? E' come nel 2003, anzi peggio

Acqua, razionata quella di casa? O è solo estate? E’ come nel 2003, anzi peggio

ROMA – Acqua, ce n’è poca, molto poca, sempre meno nei fiumi (Po, Adige, Brenta…) nei campi e campagne (Emilia, Veneto, Sardegna, Campania, Toscana…) negli invasi delle dighe, in montagna. Poca acqua è venuta giù dal cielo quest’inverno e in primavera, la metà di quanto sarebbe servito a ristabilire le “scorte” d’acqua.

Acqua dolce e potabile ce n’è sempre meno, nei fiumi italiani è l’acqua salata del mare che risale e arriva fini a cinque, talvolta dieci chilometri dalla foce. Si chiama inversione del cuneo salino e significa che poi se irrighi campi con quell’acqua letteralmente li bruci.

Governo dichiara stato d’emergenza per la poca acqua a Parma e Piacenza, dal Veneto alla Campania passando per Roma sindaci emettono ordinanze anti spreco dell’acqua, insomma evitate di innaffiare troppo e troppo a lungo. Ordinanze che non servono a nulla, che nessuno neanche ascolta. Perché siamo convinti e sicuri che tanto alla fine l’acqua non mancherà mai, sgorgherà sempre e comunque dai rubinetti di casa.

Sicuri, sicurissimi e resi certi anzi certissimi da due potentissime forze del mondo umano: l’abitudine e l’ignoranza. Con beata ignoranza ignoriamo appunto che l’acqua serve, anzi è indispensabile per “fabbricare” ciò che mangiamo e anche ciò che usiamo: il cibo e gli oggetti sono prodotti con grande uso d’acqua. Ci piace poi ignorare che l’acqua è una risorsa limitata sul pianeta. L’unica volta che ci siamo occupati e pronunciati come cittadinanza sull’acqua è per votare che ci arrivi gratis a casa. Da dove venga non è affar nostro e se ci sia che razza di domanda è mai? Apri il rubinetto ed esce, ecco la risposta.

A Phoenix, Arizona, due giorni fa registrati 48 gradi di temperatura e gli aerei faticano a mantenere “portanza” perché l’aria caldissima è meno densa e sostiene meno le ali. In Cina è caduta la metà della pioggia attesa e necessaria. In Pakistan toccati i 50 gradi di temperatura. In California e Nevada 40 i gradi e fonti e corsi d’acqua letteralmente evaporati. A Parigi 37 gradi, la più alta temperatura da molti decenni. In Portogallo venti caldi e niente pioggia padri e madre dei grandi incendi. Più o meno ovunque, anche qui da noi in Italia, il mese di giugno 2017 si avvia ad essere il più caldo da quando gli uomini misurano il caldo…

C’entra tutto questo con il rubinetto di casa, arriva tutto questo al rubinetto di casa o si ferma sui giornali e in televisione? C’è chi dice non c’entri nulla e soprattutto non arriverà mai. Uno che gli americani hanno fatto niente meno che presidente lo puoi riascoltare su Yuotube mentre in pubblico comizio dice: “Riscaldamento globale? Ma come, qui si gela! Ci vorrebbe un po’ di riscaldamento globale!”. Uno così, uno che dispone di una potenza intellettuale che non va oltre l’idea che il riscaldamento globale sia un grande termosifone (la glaciazione è stata fatta coi condizionatori d’aria?) è non solo il presidente Usa, è anche il campione di un diffuso e distorto “senso comune”.

Il “senso comune” di chi non sa e non vuol sapere. Un senso comune inattaccabile non solo dalla scienza e dalle rilevazioni empiriche. Inattaccabile anche e soprattutto dai fatti. Un senso comune che sta in piedi saldo e ritto sulle gambe dell’abitudine. Un senso comune che replica a quanto accade perfino con apparente saggezza e qui e oggi dice: “è solo estate”.

Una mano, una robusta mano a sbagliare a questo sbagliato senso comune la danno da tempo i mezzi di comunicazione. In automatismo decisamente ebete ogni aumento di temperatura è nei titoli e testo “caldo africano…Italia forno…penisola sulla graticola”. Simmetricamente ogni calo di temperatura è “morsa del gelo…gelo polare…”. Ridicolo e dannoso. Come in tanti altri campi e argomenti il sistema della comunicazione ha smarrito il senso del reale, delle proporzioni, del plausibile, del linguaggio stesso.

A fronte di disastri e cataclismi bisettimanali il senso comune ha sviluppato comprensibilmente una sensazione di invulnerabilità. Sballata, ma comprensibile. Un’altra mano a sbagliare la danno i toni e l ripetitività e il linguaggio tra il messianico e predicatorio di molte delle organizzazioni verdi e/o ambientaliste. Spesso cadono, scivolano nell’annuncio di palingenesi, sconfinano nel pauperismo, trescano con animalismi e irrazionali quanti impraticabili “ritorni alla natura”. Ritorni che, qualora avvenissero, risulterebbero alquanto scomodi per miliardi di umani, tanto scomodi da non comprendere la loro presenza sulla faccia della Terra. Rimarrebbero in pochi, i migliori?

In molti aiutano il senso comune a sbagliare. E’ solo estate? E’ solo estate che ci manda un po’ di siccità e fa mancare acqua nei fiumi e nei campi? Talvolta l’estate fa di questi lavori e provoca questi effetti e conseguenze. Non sarebbe la prima volta. Ma quando “è solo estate” siccità e mancanza d’acqua arrivano alla fine dell’estate, dopo circa 60 giorni di calura e scarse o nulle precipitazioni. Stavolta siccità marcata e grande carenza d’acqua arrivano all’inizio dell’estate.

La differenza non è da poco, vuol dire che nei prossimi due mesi andrà peggio. E una marcata siccità, grande calore, scarsa acqua ad inizio estate non è certo la norma, anzi è una situazione quasi sconosciuta. Quasi, ormai cominciano a bussare al calendario della nostra vita “stagioni” di questo genere. Nel 2.003, quattordici anni fa, una temperatura fuori scala su scala continentale causò direttamente o indirettamente non si sa con precisione quante morti in più del consueto. Non dieci o cento o mille, ma centinaia di miglia e forse milioni di morti in più in Europa nel 2003. Una specie di morte nera climatica.

Se è già successo questo può accadere che poca acqua arrivi fino al rubinetto di casa. Sì, può succedere. Il rubinetto di casa non è invulnerabile al clima. Non è protetto da diritti acquisiti e volontà popolare e tanto meno dalla cura collettiva della risorsa acqua che anzi latita. Può succedere, non è detto succeda ma può accadere che il rubinetto per qualche ora al giorno sgoccioli solo e da lì solo aria per qualche ora. Anche in città, anche a casa. Perché una cosa è già nelle cose, nelle temperature, nelle cronache italiane, d’Europa, americane, d’Asia, da tutto il pianeta: il 2.017 sarà, è già come il 2.003, anzi peggio.