X

Adriano Manesco fatto a pezzi e lasciato in una valigia. Ipotesi ricatto sessuale

di Alessandro Avico |10 Agosto 2014 20:05

Foto d’archivio

PIACENZA – Sono raccapriccianti alcuni dettagli che emergono dalle indagini sul ritrovamento del cadavere di Adriano Manesco, l’ex docente universitario milanese di 77 anni il cui cadavere mutilato è stato ritrovato venerdì pomeriggio rinchiuso in un trolley, sistemato in un cassonetto della spazzatura vicino alla stazione di Lodi. Pare infatti che chi lo ha ucciso abbia addirittura abraso i polpastrelli delle dita per non renderlo identificabile nel caso fosse stato ritrovato da qualcuno, per poi infierire selvaggiamente sul cadavere allo scopo di farlo entrare nella valigia: l’anziano è stato prima decapitato, poi privato anche delle mani. Perfino le interiora sarebbero stati estratti e gettati nell’immondizia.

Il delitto sarebbe avvenuto proprio nell’abitazione dell’uomo, nel capoluogo lombardo, dove gli investigatori hanno trovato tracce di sangue. L’appartamento appariva in ordine: Manesco non aveva grandi disponibilità economiche, e spendeva ciò che aveva soprattutto nell’acquisto di libri, di cui la casa era piena.

Lunedì si dovrebbe tenere nel carcere delle Novate a Piacenza, davanti al Gip, l’interrogatorio di convalida dell’arresto per i due piacentini bloccati dalla polizia nella città emiliana subito dopo il delitto: Paolo Grassi, 31 anni, residente a Piacenza, e Gianluca Civardi, trentenne di Fiorenzuola d’Arda. Entrambi sono incensurati e dai loro profili Facebook sembra che sognassero di scappare all’estero.

Nel frattempo prende sempre più corpo l’ipotesi che il delitto sia maturato nell’ambiente degli incontri sessuali a luci rosse, e che la vittima possa essere stata ricattata dai due indagati. I piacentini avevano anche trovato un sistema per dirottare denaro dal conto corrente della vittima ad uno loro riconducibile, e nella loro auto la polizia ha ritrovato anche oggetti per pratiche sadomaso, oltre a due biglietti ferroviari validi per la tratta Piacenza-Milano. Uno dei fermati avrebbe parlato di una terza persona, riguardo alla quale, però, non si sono trovati riscontri tanto che agli investigatori appare un depistaggio.

Scelti per te