X

Alluvione Genova. Protezione Civile: “[9/10] Ore 19 disattivato numero verde”

di Marco Benedetto |11 Ottobre 2014 9:15

Il tweet della Protezione civile di Genova giovedì 9 ottobre: ore 19 stacca il telefono verde. Quatttro ore dopo straripano i fiumi

GENOVA – La Protezione Civile, mentre stava per scoppiare il finimondo, alle 19 di giovedì 9 ottobre 2014 ha staccato il telefono del Servizio Numero Verde di Protezione Civile. Lo ha annunciato con un “tweet” di Twitter diffuso alle 18.50 il Comune di Genova:

[09/10 – 18:50] #Genova – SITUAZIONE
Alle ore 19:00 sarà disattivato il Servizio Numero Verde di Protezione Civile.

Il servizio di numero verde, ricorda Emanuele Capone sul Secolo XIX,  era stato attivato in occasione dell’alluvione che ha colpito il capoluogo ligure” nel 2011.

Emanuele Capone sintetizza così:

“Con un tweet la Protezione Civile “passa e chiude”. E 4 ore dopo arriva la piena”.

I messaggi sono ripresi ore dopo, alle 23:

ATTENZIONE forti temporali
Massima prudenza in tutta la Valle del Bisagno

e ancora alle 23,30:

ATTENZIONE se possibile non transitare in Val Bisagno. Prestare la massima attenzione.

A mezzanotte meno dieci, quando ormai su Genova si abbatteva l’apocalisse:

#Genova – SITUAZIONE
Le forti #piogge stanno interessando anche il Levante cittadino.
Evitare se… http://fb.me/3GOr77z0z

il messaggio si completa su Facebook:

“se possibile il traffico veicolare e prestare la massima attenzione”.

Il post di Agnese Scotti sotto questo tardivo allarme suona come un grido disperato quanto postumo e inutile:

“Fereggiano è uscito dai margini strade allagate ma nessuno ha ancora sett nulla e gente da Quezzi continua a scendere in auto fate qualcosa le linee sono intasate”.

Siamo al confine tra il 9 e il 10 ottobre:

#Genova – MISURE DI AUTOPROTEZIONE

si ricorda di:
– non scendere in cantine, seminterrati o garage
– non… http://fb.me/3oZJPKQom

La lettura della sequenza dei messaggi, a partire da quelli consolatori del primo pomeriggio del 9 ottobre, dà un’idea della inadeguatezza del sistema di prevenzione a Genova. Ora daranno la colpa ai tagli ma non è mai una questione di soldi o almeno non solo: è questione di essere capaci a fare le cose.

Il ricorso a Twitter non è uno strumento efficace di prevenzione e allarme. Gli allarmi funzionavano meglio quando li davano a voce, con dei megafoni. Twitter presuppone gente giovane, con il telefonino sempre acceso. E tutti gli altri? E gli stessi giovani che il mattino dovevano andare a lavorare? E poi la contraddizione tra l’ottimismo del pomeriggio e della sera e la catastrofe di pochi minuti dopo. Twitter sembra essere una specie di scarico delle responsabilità dei burocrati, salvo poi diventare la prova documentale della loro inettitudine.

Il tweet delle 18,50 di giovedì sera diventerà il perno di dure polemiche. Da subito, riferisce Emanuele Capone, c’era stato chi aveva

“chiesto il perché di una decisione del genere”,

ma con il passare delle ore il messaggio

“risulta ancora più “strano” se letto nell’insieme di quelli che l’hanno preceduto e seguito.

Alle 12.10 e alle 12.20 si diceva in sequenza che «Al momento si rileva una temporanea attenuazione dei fenomeni. Seguire aggiornamenti» e che «Via Bernardini, a seguito di bonifica, è stata riaperta al traffico».

Poi il tweet della discordia sullo “spegnimento” del numero verde.

Poi praticamente più nulla, sino agli allarmanti messaggi riportati sopra:

«MISURE DI AUTOPROTEZIONE. Si ricorda di: non scendere in cantine, seminterrati o garage»

«È attesa una nuova ondata di piena del Bisagno. Non rimanere nei seminterrati, piani bassi. Salire ai piani superiori. Non uscire, non usare auto», buttato lì intorno alle 2.30 di notte.

Quanto al numero verde «disattivato alle 19» di giovedì, su Twitter non se ne parla più sino alle 13 di venerdì: «#alluvioneGenova NUMERO VERDE #PROTEZIONECIVILE #Genova 800 177 797». Con buona pace di chi magari quel numero lo avrebbe anche chiamato, ieri notte, nel pieno dell’ondata di maltempo…”

Scelti per te