“Nella terra che ha dato i natali a uno dei Padri fondatori del sogno europeo – ha detto l’arcivescovo nella sua omelia – Antonio ha immaginato un’Europa senza confini e senza pregiudizi, alla quale non vedeva alternative”.
Ricordando il lavoro del giovane ucciso a Strasburgo a radio Europhonica, mons. Tisi ha aggiunto: “In quest’epoca in cui le parole rischiano di non essere abitate, di essere svuotate, o addirittura utilizzate per trame di morte e per immettere nel cuore degli uomini odio e rancore, ti diciamo grazie, Antonio, per aver creduto nella forza della parola che s’interroga, si pone domande e rinuncia a facili risposte. La parola che non s’impossessa di un microfono, ma offre voce agli altri e gode della loro ricchezza”.
Rivolgendosi ai genitori del ragazzo, l’arcivescovo ha auspicato che “l’intensità dell’amore che avvolge il vostro dolore possa divenire rassicurazione che Antonio vive nelle braccia del Padre. Il Padre stesso lo onorerà. Possiate sperimentare che Antonio continua ad accompagnarvi, a sostenervi, ad amarvi” ed ha sottolineato “la straordinaria lezione di questa famiglia che oggi è qui, in preda al dolore più atroce, ma con il cuore libero dall’odio”.
Il capo dello Stato Mattarella, giunto in Duomo, è stato accolto dal sindaco di Trento, Alessandro Andreatta e il presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugat. In segno di rispetto, durante la cerimonia sono stati chiusi anche i Mercatini di Natale di Trento. Sospese, temporaneamente, tutte le attività di somministrazione e gli eventi musicali e non in programma.
Il sindaco, Alessandro Andreatta, ha invitato “cittadini e i pubblici esercizi a rispettare durante le esequie un minuto di silenzio o a ricordare nelle modalità ritenute più consone”, il giovane giornalista. Quando il feretro di Antonio è giunto in chiesa un caloroso applauso ha accolto il suo ingresso.
Mattarella in chiesa, ha preso tra le sue le mani dei genitori e della sorella di Antonio prima delle esequie solenni. Si sono ritrovati fuori, nella piazza gelata, per salutare per l’ultima volta il ragazzo che un altro amico, da pulpito, aveva definito un “Don Chisciotte” che però, per l’Europa non promuoveva assalti “contro i mulini a vento dell’indifferenza nei confronti dell’Unione europea”, che la difendeva e amava con la sua passione e competenza.