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Beatrice Papetti travolta e uccisa a 16 anni da un’auto pirata a Gorgonzola

di Daniela Lauria |10 Luglio 2013 13:47

MILANO – Sedici anni rubati in un’istante: un’auto pirata l’ha travolta e uccisa mentre rientrava a casa dopo una serata con gli amici. E’ morta così Beatrice Papetti, 16 anni ancora da compiere, investita martedì notte da un pirata della strada a Gorgonzola. La ragazza stava attraversando in bici la strada Padana Superiore insieme al cugino, 18 anni, fortunatamente rimasto illeso. Quando è sopraggiunta l’auto a forte velocità non c’è stato il tempo di evitarla. Il pirata è poi fuggito via senza prestare soccorso.

L’incidente è avvenuto poco dopo la mezzanotte, mentre i 2 ragazzi stavano facendo ritorno a casa, a cascina Mirabello, un complesso residenziale ricavato da un’antica cascina, al di là della statale Padana Superiore, dove la famiglia Papetti, papà, mamma e due figlie, si era trasferita un anno e mezzo fa.

A chiamare i soccorsi è stato il cugino della ragazza uccisa, Giovanni, che ha fornito ai carabinieri i dettagli di quanto accaduto. Sull’ambulanza di turno c’era il padre di Beatrice, Nerio Papetti, che ora continua a ripetere: “Non si fa così, non si fa così” con gli occhi ancora gonfi delle immagini tremende della scorsa notte. Quando tra le sue braccia, in 30 anni di onorato servizio, si è trovato la sua stessa bambina. C’era lui di turno sull’ambulanza del Vos Gorgonzola, e la sua ambulanza è stata la prima ad accorrere quando Giovanni ha chiamato il 118.

L’auto che ha travolto la ragazza, probabilmente una monovolume, si dirigeva ad alta velocità in direzione Gessate e, dopo l’impatto, non si è fermata ma la persona alla guida ha accelerato per darsi alla fuga. La ragazza, portata in ambulanza all’ospedale di Melzo, è morta in seguito alle gravi lesioni riportate dall’incidente. A condurre le ricerche sono i carabinieri di Cassano D’Adda.

“Questo criminale si consegni”, è l’appello di Nerio Papetti, il padre della ragazza. “Io faccio il volontario su ambulanza – ha aggiunto – e dico ‘fermati’ perché quando investi una persona non puoi non avere la coscienza di fermarti”. “L’auto andava sicuramente forte – ha aggiunto il padre della ragazza – Dal punto dell’ impatto a dove era il corpo di mia figlia c’erano circa 70 metri e la bicicletta era a 100 metri”. Nel giardino della casa dei Papetti si sono radunate molte persone del paese, vicini di casa, parenti, a portare conforto. E tante ragazzine, amiche di Beatrice, in preda alla disperazione. “Non si può morire così a sedici anni – ha urlato la nonna di Beatrice – non ci credo”.

(Foto Ansa/Facebook)

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