X

Mezzegra: sempre più bambini in basco e camicia nera per l’anniversario della morte di Mussolini

di Robertar |26 Aprile 2010 10:04

Il 28 aprile 1945, il giorno dopo essere stato catturato al confine con la Svizzera mentre tentava l’espatrio, Mussolini fu giustiziato a Giulino di Mezzegra sul lago di Como. Il suo cadavere esposto, impiccato a testa in giù in piazzale Loreto a Milano, lasciato alla mercé della folla che inveì con ferocia contro di esso.

Ogni anno i nostalgici della repubblichina, vecchietti col basco in testa pronti a sfoggiare il saluto romano, si ritrovano a Mezzegra per celebrare la morte del dittatore e tornare per un momento al passato.

Sarebbe il 28 aprile, il “grande giorno” ma in tre o quattrocento hanno deciso di anticiparlo alla domenica della Liberazione: pazienza se la cosa non va giù ai partigiani dell’Anpi che hanno preso storta la coincidenza col 25 aprile.

Ma la curiosità non è solo questa. Giulino di Mezzegra, per la prima volta quest’anno non è solo un ritrovo tra vecchi camerata pronti a intonare insieme “faccetta nera”.  Davanti al cancello della fucilazione, a Villa Belmonte, piccole teste fanno capolino dal muretto di cinta e osservano una croce con scritto «Benito Mussolini, 28 aprile 1945». Sono tanti, bambini di quattro, cinque, sei anni. La camicetta nera, per stemma il gladio e l’alloro. Scattano foto con le macchine fotografiche digitali. È la prima volta che alla parata di Giulino si vedono tanti bambini in divisa, imprigionati in una pagina di storia che non hanno vissuto.

Scelti per te