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Beppe Signori non fu truffato dal Compro Oro: Patrizia Trimarchi improcedibile, Fabio Marciano assolto

di admin |26 Gennaio 2017 18:48

La sentenza del tribunale di Roma sul caso degli orologi di Beppe Signori

Il Tribunale di Roma ha respinto le accuse di Beppe Signori contro Patrizia Trimarchi e Fabio Marciano. Per Patrizia Trimarchi, commessa di un Compro Oro accusata dall’ex bomber della Lazio di appropriazione indebita, il giudice monocratico Eleonora Santolini ha stabilito il “non luogo a procedere” perché il reato è estinto “per difetto della querela”. Mentre Fabio Marciano è stato assolto dall’accusa di ricettazione.

Ecco i fatti. Beppe Signori vuole far valutare alcuni oggetti preziosi in suo possesso. Si tratta di un anello d’oro e 12 orologi: un Rolex, un Gucci, un Universal, un Paul Picot, un Cwc, un Vacheron Costantin, due orologi da taschino, due Frank Muller, due Patek Philippe.

In un momento imprecisato dell’inverno del 2010 Signori li affida a Patrizia Trimarchi (nata il 16 febbraio 1977 a Cittanova, Reggio Calabria), commessa di un Compro Oro in zona Boccea, periferia nord ovest di Roma.

Signori si rifarà vivo nei mesi successivi più volte, ma non riuscirà mai a tornare in possesso dei 12 orologi e dell’anello. La Trimarchi a un certo punto dice a Signori che per un errore gli orologi sono stati dati in pegno. Il 10 maggio 2010 l’ex attaccante della Lazio e della Nazionale sporge denuncia.

Il 13 giugno 2010 Fabio Marciano (nato a Cassino il 26 ottobre 1977) viene trovato in possesso di 7 dei 12 orologi che Signori aveva affidato alla Trimarchi. Marciano, che è il compagno della commessa del Compro Oro, viene accusato di ricettazione.

Il Pubblico Ministero chiedeva 800 euro di multa e otto mesi di reclusione per la Trimarchi e 600 euro di multa più sei mesi di reclusione per Marciano.

Il giudice Santolini ha invece disposto il non luogo a procedere per la Trimarchi e l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” per Marciano. Queste le motivazioni della sentenza, emessa il 17 gennaio 2017. Per quanto riguarda Patrizia Trimarchi, il problema è la denuncia di Signori, che ha dato il via al procedimento giudiziario:

“Il giudicante osserva come il fatto addebitato all’imputata TRIMARCHI Patrizia consista in una appropriazione indebita di alcuni orologi, in relazione ai quali il legittimo possessore Signori Giuseppe presentava una denuncia in data 10.5.2010. […] Dall’esame dell’atto introduttivo delle indagini emerge, al contrario, come alcuna qualificazione in tali termini si stata data allo stesso da parte delle Forze dell’Ordine che l’hanno ricevuto e redatto come mera denuncia, peraltro non contenente alcuna istanza di punizione del colpevole. Ne deriva che l’azione penale si presenta improcedibile per difetto della querela”.

“Quanto alla posizione del MARCIANO […] la sua buona fede nella detenzione di tali beni è avallata dalla circostanza che la coimputata solitamente si faceva assistere dal MARCIANO nella sua attività lavorativa incaricandolo spesso di trasportare beni di valore da un posto all’altro. Del resto, la condotta dell’imputato colto nella mera detenzione di beni altrui, della cui natura non poteva sospettare se non per cognizione diretta, è ulteriore prova che questi non intendesse riceverli fuori da un contesto prettamente lavorativo.
Ne deriva l’assoluzione dell’imputato con la relativa formula”.

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