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Blue Whale, un altro caso a Mirano: “Sono arrivato alla prova numero 10”

di Daniela Lauria |30 Maggio 2017 13:34

Blue Whale, un altro caso a Mirano: “Sono arrivato alla prova numero 10”

VENEZIA – “Sono arrivato alla prova numero 10″. La confessione choc è di un ragazzino di appena 12 anni, residente a Mirano (Venezia). Anche lui, come centinaia di suoi coetanei, è caduto nella trappola del Blue Whale, il sadico gioco a tappe dei selfie autolesionisti, nato in Russia e divenuto l’incubo di moltissimi genitori. Un rituale macabro di 50 prove da affrontare in 50 giorni, tutte documentate con apposito selfie. Fino all’ultima prova estrema: “Ucciditi”.

Dopo Pescara, Ravenna, Udine e decine di altre segnalazioni, il Blue Whale è sbarcato a Mirano. La giovanissima vittima frequenta ancora le scuole medie. La settimana scorsa era stato segnalato ai Servizi Sociali del Comune perché aveva assunto strani comportamenti. La scuola si è subito mobilitata: ora è attesa una nota della Procura.

Stando a quanto riportato dal Gazzettino, il dodicenne avrebbe raccontato ai compagni di classe di essersi procurato tagli sul corpo, alcuni in zone poco visibili, così da tenerli nascosi ai genitori. Inoltre sembra che abbia già superato diverse prove, arrivando già alla decima tappa.

Chi sceglie di partecipare alla alienante battaglia masochista deve superare una serie di prove estreme, sempre più difficili. Solo per ricordarne alcune, sono previsti atti di autolesionismo, come incidersi con il rasoio il disegno di una balena sulle braccia, da cui prende il nome il gioco e la modifica dei ritmi di vita: svegliarsi alle 4 del mattino per guardare film horror e psichedelici. Nessuno sa chi abbia ideato questo gioco della morte ma, quel che è certo, è che la rete ha fatto da passaparola e il Blue Whale è stato divulgato nel resto del mondo, tramite siti, chat, link su WhatsApp. Numerosi appelli della Polizia Postale invitano i genitori a restare vigili.

 

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