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Brindisi, attentato a scuola. Morta studentessa, un’altra è in pericolo di vita

di Emiliano Condò |19 Maggio 2012 20:39

Istituto Morvillo, Brindisi

BRINDISI – Un attentato a Brindisi, davanti all’istituto professionale intitolato a Giovanni Falcone e alla moglie Francesca Morvillo, è costato la vita a  Melissa Bassi , studentessa di 16 anni.

Era arrivata prima con altre compagne provenienti da fuori città, con il pullman dei pendolari, anche questa mattina di sabato 19 maggio.

Alle 7:45 tre bombole di gpl sono esplose. Melissa è morta, una sua compagna, Veronica Capodieci, è stata ricoverata in gravissime condizioni. L’esplosione le ha squarciato l’addome, secondo fonti giunte a BlitzQuotidiano avrebbe anche perso un braccio. Altre tre studentesse (l’istituto è esclusivamente femminile) sono state ferite.

E forse sarebbe potuta andare anche peggio: il timer ritrovato dagli inquirenti segnava infatti le 7:55. Se i tre ordigni fossero esplosi a quell’ora, con molte più alunne arrivate a scuola, la strage sarebbe stata sicura.

Che chi ha messo lì le bombe e ideato l’attentato volesse uccidere è certo. Ma è l’unica certezza. Il fatto che sia stata colpita una scuola intitolata al giudice antimafia Falcone e a sua moglie ha subito fatto pensare alla pista mafiosa. Nessuna altra ipotesi è però esclusa, a parte quella del terrorismo internazionale.

Colpisce, e ha colpito anche il ministro Anna Maria Cancellieri, la coincidenza con il ventennale della strada di Capaci e il fatto che la scuola colpita  fosse intestata proprio a Giovanni Falcone. Tra le piste, quindi, c’è anche quella che porta alla criminalità organizzata anche se è lo stesso ministro Cancellieri a parlare di un modus operandi che “non è tipico” della mafia.

Decisamente più assertivo e meno cauto di Cancellieri è l’assessore regionale pugliese alla Legalità, Nicola Fratoianni. “È un attentato mafioso, un attentato fatto per uccidere ragazzi” accusa l’assessore che spiega: “Una bomba piazzata davanti a una scuola intitolata a Falcone è un chiaro messaggio lanciato dai clan, una rappresaglia alle azioni di contrasto che le forze di polizia stanno portando avanti. Ora occorre una risposta immediata dello stato”.

Il fatto che gli ordigni fossero stati messi su di un muretto, precisa l’Ansa, fanno ritenere che l’obiettivo degli attentatori fosse proprio la scuola colpita. La notizia è stata resa nota dall’assessore regionale alla Protezione Civile, Fabiano Amati che ha avviato le operazioni di soccorso.

Per il procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, ”potrebbe non essere una organizzazione mafiosa” ad aver compiuto l’attentato dinanzi alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi che ha provocato un morto e diversi feriti. ”Le organizzazioni mafiose locali – ha spiegato Motta – sono alla ricerca di un consenso sociale. Sarebbe un atto in controtendenza perché sicuramente aliena qualsiasi simpatia nei confronti di chi lo ha commesso”. Motta ha aggiunto di non credere che l’obiettivo vero dell’attentato fosse il palazzo di giustizia di Brindisi, distante poche decine di metri dal luogo dell’attentato e che l’obiettivo fosse invece proprio la scuola.

”Troppe coincidenze potrebbero essere solo tali. Bisogna comunque chiedersi a chi interessa e chi se ne avvantaggia. In genere gli atti terroristici vengono rivendicati, qui rivendicazioni non ce ne sono”. La pista del terrorismo internazionale – ha detto Motta – ”è un’ipotesi non accreditabile sulla base di elementi oggettivi. Sino a quando – ha concluso – non abbiamo degli elementi che consentano una lettura tranquilla, io mi asterrei da valutazioni che possano creare ulteriore allarme”.

Il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso ha detto che sull’attentato di Brindisi ”sono aperte tutte le ipotesi investigative. Qualunque sia la matrice dell’attentato, si tratta di un atto terroristico nel senso che è diretto a colpire persone innocenti e in maniera indiscriminata”.  ”Quali sono state le ragioni dell’attentato, si vedrà in seguito e solo le indagini potranno chiarire se è un crimine di stampo mafioso, o che mira a destabilizzare o a conservare la situazione esistente”. Grasso spiega che non c’è nessuna evidenza investigativa a sostegno dell’ipotesi terroristica. ”E’ stato un attentato terroristico nel senso che ha preso di mira persone innocenti, non nel senso della matrice”, aggiunge il Procuratore. ”Speriamo di dare presto risposte al Paese e soprattutto alle vittime”.

La vittima. La ragazza morta si chiamava Melissa Bassi, aveva 16 anni ed era nata a Mesagne. E’ di Mesagne e ha anche lei 16 anni Veronica Capodieci, la ragazza gravemente ferita. Veronica era vicino a Melissa al momento dell’esplosione e come lei è stata investita in pieno dallo scoppio: i medici dell’ ospedale Perrino stanno provando a salvarla con un delicato intervento chirurgico.

Le tre bombole.  Sul luogo dell’attentato sono intervenuti i tecnici della polizia scientifica e i vigili del fuoco. L’area adiacente l’ingresso della scuola è piena di detriti mentre la zona è stata transennata per almeno 200 metri. Sul luogo dell’attentato è ben visibile la macchia nera sulla parete di recinzione della scuola, laddove dovrebbe essere l’ordigno. I detriti sono volati anche a decine di metri di distanza dal luogo dell’esplosione. Il fondo di una bombola di gas è volato a circa 50 metri di distanza sfiorando una Fiat Punto che stava transitando vicino alla scuola, mentre un pezzo di insegna di un esercizio commerciale è stato trovato a 250 metri di distanza. La gente che abita nelle vicinanze della scuola afferma di aver udito distintamente più botti in rapidissima successione

Gli studenti lasciano le altre scuole di Brindisi. Non sono state evacuate le scuole a Brindisi ma sono state abbandonate dagli studenti e dagli alunni che i genitori hanno preferito riportare a casa. Lo si apprende dal sindaco, Mimmo Consales, che appena si è diffusa la notizia dell’attentato si è recato alla scuola ‘Morvillo-Falcone’ e poi in ospedale. ”Le nostre preoccupazioni in questo momento – dice Consales – sono tutte per le condizioni degli studenti feriti.

Il preside: “Volevano uccidere”  ”E’ stato fatto per uccidere: a quell’ora le ragazze entravano, proprio a quell’ora. Fosse accaduto alle 7,30 non ci sarebbe stata nessuna conseguenza”. Lo dice all’ANSA Angelo Rampino, il preside dell’Istituto professionale Morvillo Falcone di Brindisi dove stamani è avvenuta l’esplosione.

Morvillo Falcone, scuola premiata per la legalità. La scuola Morvillo Falcone aveva vinto il primo premio della prima edizione del concorso sulla legalità. Lo ricorda il portale studentesco Universinet.it che chiede con forza ”una immediata reazione dello Stato contro la barbarie terroristica di stampo mafioso che ha colpito un istituto da sempre impegnato in prima linea per promuovere la cultura della legalità contro tutte le mafie”. Gli studenti chiedono che siano ”finalmente attuate le idee e proposte di Giovanni Falcone, anche per dare un senso a morti di giovani studenti, caduti in una guerra troppo spesso tradita da chi l’avrebbe dovuta combattere con loro: potenziamento dei pool antimafia; sequestro immediato dei beni dei mafiosi; esclusione di proventi di attività criminali dalla scudo fiscale; carcere duro per tutti i boss e affiliati di mafia, camorra e ‘ndrangheta”.

La vicinanza del governo. ”Il governo intende avere la più grande fermezza e determinazione contro ogni tipo di criminalità e opera perché il Paese sia più che mai unito in questi momenti”, ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti parlando, a Camp David, dell’attentato di Brindisi.  Monti esprime il cordoglio suo e del governo per la morte di Melissa, la studentessa rimasta coinvolta nell’attentato di Brindisi, e contemporaneamente augura alle ragazze ferite una pronta ”ripresa”. Il premier, parlando da Camp David, parla di un ”atto senza precedenti” e spiega di aver parlato oggi con il capo dello Stato Giorgio Napolitano e di essere in contatto con le autorità competenti per seguire da vicino le indagini e l’attività del governo su questo caso.

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