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Come cambia il superbonus: tutte le novità tra redditi bassi, lavori e fondo povertà

di Redazione Blitz |29 Dicembre 2023 14:23

Foto Ansa

Come cambia il superbonus. Niente penali – come la restituzione dei benefici maturati – per i lavori certificati entro il 31 dicembre di quest’anno e un aiuto per i redditi bassi attraverso un Fondo per la povertà che consentirà loro – nei fatti – di mantenere l’agevolazione completa fino a ottobre prossimo. Sono queste le due principali novità del decreto superbonus varato dal Consiglio dei ministri. Eccole in pillole la novità su come cambia il superbonus.

SANATORIA PER LAVORI CERTIFICATI ENTRO IL 2023 – Salva l’agevolazione al 110% anche per chi ha fatto sconto in fattura o cessione del credito su tutti i lavori certificati entro dicembre 2023. Per tutti gli altri lavori dal primo gennaio scatta la detrazione al 70%.

AIUTI AI REDDITI BASSI CON IL FONDO POVERTA’ – Per i redditi più bassi, con Isee sotto i 15mila euro e che abbiano raggiunto entro il 31 dicembre il 60% dei lavori (ovvero due Stati di avanzamento dei lavori) arriva un Fondo che compenserà la differenza tra il 70% di agevolazione prevista dal primo gennaio e il 110%. Tutto questo, però, entro il 31 ottobre del prossimo anno.

SISMABONUS – Si esclude la cessione del credito nel caso di interventi di demolizione e ricostruzione in zone sismiche per le quali non sia stato richiesto il titolo abilitativo alla data di entrata in vigore del decreto legge. Vengono quindi inserite verifiche più puntali per limitare l’agevolazione soltanto agli edifici effettivamente danneggiati da eventi sismici.

BARRIERE ARCHITETTONICHE – Si limitano gli interventi sottoposti all’agevolazione chiarendo a quali si fa riferimento. È necessaria un’apposita asseverazione per il rispetto dei requisiti, a garanzia che i lavori vengano effettivamente realizzati per abbattere le barriere architettoniche. Dal primo gennaio 2024 la cessione del credito è consentita per le parti comuni dei condomini con uso abitativo e alle persone fisiche con redditi inferiori a 15mila euro. Il limite del reddito non si applica alle persone con disabilità mantenendone quindi la totale tutela. 

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