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Coronavirus di maggio: cene tra amici (pochi e distanziati). Uffici e bus mezzi vuoti

di Alessandro Camilli |21 Aprile 2020 16:27

Coronavirus di maggio: cene tra amici (pochi e distanziati). Uffici e bus mezzi vuoti (Foto Ansa)

ROMA – A cena con gli amici sì, ma in pochi. E poi niente spiagge affollate o discoteche, niente concerti e niente spostamenti tra regioni diverse, mezzi pubblici mezzi vuoti obbligatoriamente e al lavoro anche il sabato e la domenica. Potrebbe iniziare, anzi inizierà così la cronaca della vita nella fase2.

Almeno nei primi tempi perché, come è evidente e come ricordano in ogni intervista e ogni intervento i membri
dell’Istituto Superiore di Sanità, allentamenti e nuove strette delle misure di contenimento saranno inevitabilmente legati al numero dei contagi e alla situazione da verificare giorno per giorno.

“A partire dal quattro maggio si potrà iniziare a rilassare alcune misure, misurare ciò che avviene e fare un passettino in più settimana dopo settimana monitorando sempre ciò che succede. Rimane però il dato che grandi assembramenti in spazi ristretti, chiusi o all’aperto, sono una realtà che non possiamo immaginare consentita”, ha detto Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss.

Ecco allora quello che potremo e non potremo fare, tenendo conto anche delle parole della sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa: “Si comincia uscire di casa per lavorare ma anche per vivere. Non sarebbe giusto imporre una condizione in cui siamo considerati solo lavoratori. Per questo sarà consentita all’inizio una attività motoria minima e certo anche di andare a cena con amici. Ma queste cene devono essere fatte in pochi e distanti uno dall’altro”.

Ok alle cene tra amici quindi, ma in locali rigorosamente distanziati o in casa, ma in pochi. Quantificare il concetto di pochi è per ora lasciato alla libera interpretazione dei singoli ma diciamo che quattro o cinque persone potrebbero essere un numero congruo. E via libera anche allo sport, ovviamente non quelli più di contatto come il calcio ma ok magari a tennis e ovviamente corsa. Sempre evitando però di allontanarsi troppo da casa.

Se queste minime attività torneranno ad essere consentite, almeno sino a prova contraria, altre limitazioni rimarranno. L’estate che si avvicina sarà un’estate diversa, molto diversa. Addio senza ombra di dubbio agli stabilimenti dove bisogna fare lo slalom tra gli asciugamani e i bagnanti per intravedere il mare, ogni ombrellone dovrà essere distanziato e gli accessi saranno verosimilmente limitati. E addio anche alle discoteche e ai concerti.

Sarà poi vietato o reso complesso lo spostamento tra regioni diverse. Già oggi c’è chi come il governatore della Campania Vincenzo De Luca minaccia di chiudere i confini, questo non avverrà ma è credibile che per spostarsi servirà una ragione, magari un’autocertificazione come quella che oggi usiamo per uscire di casa. A proposito di spostamenti poi, ci abitueremo ad autobus e tram mezzi vuoti, ma anche a treni e aerei (per chi tornerà o continuerà a volare) ad ingressi contingentati per evitare di mettere troppi umani in uno spazio chiuso.

Infine il lavoro, come ha detto la sottosegretaria non si torna solo per lavorare, ma in fondo è per lavorare che si riapre. Via libera quindi al lavoro anche nei fine settimana in modo da avere più giorni per scaglionare le presenze negli uffici ma anche per recuperare parte delle giornate perse e, si spera, delle perdite. Via libera a quello che per molti italiani è un tabù, con la sacralità del fine settimana infranta.

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