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Costa Concordia: l’inchino, l’incidente, Francesco Schettino, le vittime. La storia del naufragio di 10 anni fa

di Redazione Blitz |13 Gennaio 2022 10:16

Costa Concordia: l'inchino, l'incidente, Francesco Schettino, le vittime. La storia del naufragio di 10 anni fa (foto Ansa)

Era il 13 gennaio del 2012 quando la Costa Concordia urtò uno scoglio a 500 metri dal porto dell’Isola del Giglio. L’incidente provocò uno squarcio di 70 metri nello scafo capovolgendo la nave. Nel naufragio morirono 32 persone.

Per il naufragio Francesco Schettino, il comandante della nave, è stato processato e condannato in appello e Cassazione a 16 anni. 

L’incidente

Nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 la Costa Concordia avrebbe dovuto percorrere l’ultima tappa della Crociera “Profumi del Mediterraneo”. Una Crociera tra Savona, Marsiglia, Barcellona, Palma di Maiorca, Cagliari, Palermo, Civitavecchia e poi di nuovo Savona.

Quella notte la nave arrivò nei pressi del Giglio ma si avvicinò troppo agli scogli per effettuare il cosiddetto “inchino”.  La tradizione dell’inchino, se così vogliamo chiamarla, consisteva nell’avvicinarsi il più possibile con la nave alla costa per rendere omaggio a qualcuno sulla terraferma e dare la possibilità ai passeggeri di ammirare l’isola.

Ma quella notte tra ordini mal capiti e disattenzioni la nave colpì alcuni scogli. 

Il naufragio

Dopo l’impatto la nave iniziò ad inclinarsi e ad affondare. Anche questa fase fu gestita in maniera caotica. L’ordine di abbandonare la nave fu trasmesso soltanto un’ora e dieci minuti dopo l’impatto. Intorno a mezzanotte Schettino salì su una scialuppa e poco dopo fu raggiunto dalla famosa telefonata del capitano di fregata Gregorio De Falco che gli urlò di tornare a bordo con il celebre “vada a bordo, cazzo”.

Le operazioni di evacuazione terminarono all’alba. Trentadue le persone che mancavano all’appello. L’ultimo cadavere, quello di un marinaio indiano, fu trovato soltanto il 3 novembre del 2014.

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