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Costa Concordia, palloni o pontoni: si studia recupero

di Elisa D'Alto |16 Gennaio 2012 18:12

GENOVA, 16 GEN – 115 mila tonnellate di acciaio appoggiate in parte sul fondale: Costa Concordia riposa cosi' a pochi metri dalla costa dell'Isola del Giglio, in attesa che qualcuno l'aiuti a tornare a galleggiare. Ci dovranno pensare gli esperti della Smit Salvage di Rotterdam e i loro soci della genovese Cambiaso Risso service che gia' l'hanno definita un'operazione ''ciclopica, mai compiuta prima d'ora su questo genere di navi''.

Con l'ANSA parla Max Iguera, che guida la divisione dedicata al settore rimorchio, salvataggio e riparazioni del gruppo genovese. ''La prima cosa da fare – ha detto Iguera – sara' svuotare le 17 cisterne che si trovano a poppa. Per fare questo ci vorranno settimane: sono gia' partiti dall'Olanda 6 camion carichi di materiale per eseguire questa parte del lavoro''. Il carburante all'interno della Concordia ''dovra' essere riscaldato – ha detto Iguera -. Si tratta di Ifo380, un combustibile molto denso, che deve quindi essere scaldato per essere pompato fuori''. I bunker contengono circa 2 milioni di litri di Ifo380 e le operazioni di svuotamento sono particolarmente delicate.

Una volta effettuata l'operazione di svuotamento dei bunker, tappate le falle, ''e risolte le almeno 20 variabili che possono intervenire'', iniziera' lo studio per effettuare il recupero della nave, le cui dimensioni sono tali da imporre accuratissimi calcoli. ''Le tecniche per recuperare una nave cosi' – ha detto Iguera – sono diverse a seconda delle condizioni del mare, della stabilita' dello scafo, delle condizioni meteorologiche e via dicendo''. Quindi, a parte il sollevamento con i palloni ipotizzato dall'Ad di Costa Crociere Pierluigi Foschi, che potrebbe anche non essere possibile dato il peso e l'instabilita' della nave o il sezionamento in piu' tronconi dello scafo, ''operazione che viene generalmente effettuata con telai diamantati collocati su pontoni ma che potrebbe richiedere anche un anno'', si possono studiare altri tipi di intervento: ''in linea generale – ha detto Iguera, che ha sottolineato che alcun piano d'intervento e' stato per ora privilegiato per la Concordia – e' possibile agganciare lo scafo e tirarlo con alcuni rimorchiatori oppure usare argani particolarmente potenti su chiatte e infine utilizzare pontoni con i verricelli. Una volta ancorati i pontoni e agganciato lo scafo, e' possibile azionare i verricelli all'unisono tentando di stabilizzare''.

Ovviamente sara' anche necessario svuotare la nave dall'acqua penetrata all'interno. Operazione anch'essa subordinata alle condizioni del mare. ''Costa Concordia appoggia su una parte dello scafo a circa 20 metri di profondita' – ha detto Iguera -. Dobbiamo accertarci che la parte che non poggia sul fondo non subisca una spinta di sollevamento tale da farla muovere''. Perche' Costa Concordia potrebbe muoversi, ''il che significa spostarsi piu' di un centimetro e mezzo come e' successo oggi'' e se si muove potrebbe essere pericolosissima. Perche' Costa Concordia e' un gigante che sembra morto, ma non lo e'.

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