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Costa Concordia: trovata morta Maria D’Introno, la “sposina di Biella”

di Alessandro Avico |23 Gennaio 2012 18:23

BARI – E’ di Maria D’Introno, la “sposina di Biella”, la giovane di 30 anni originaria di Corato (Bari), uno dei due corpi recuperati nella giornata di lunedì a bordo del relitto della nave Costa Concordia, naufragata all’isola del Giglio. Lo ha confermato il sindaco di Corato, Luigi Perrone, che ne ha avuta notizia dai parenti della vittima.

Ad informare per primo il sindaco del ritrovamento del corpo della donna è stato uno zio della vittima, che vive a Corato, e la conferma è arrivata dal suocero di Maria D’Introno, Martire Roselli, di 74 anni. Proprio per festeggiare i 50 anni di matrimonio di quest’ultimo e di sua moglie, Lucia Perrone, di 72 anni, a bordo della nave erano imbarcati per la crociera, oltre all’anziana coppia, anche il marito di Maria, Vincenzo Roselli, e i cognati Antonio Roselli, 32 anni, con la moglie Luciana, di 30 anni. Maria D’Introno pare che fosse l’unica della comitiva che non sapesse nuotare: in mare si sarebbe tuffata munita di salvagente, ma non è servito a nulla.

La donna, fa sapere il sindaco, si era trasferita a Biella con il marito dal 2005. Nella cittadina piemontese la famiglia Roselli aveva già lavorato negli anni passati, per poi tornare in Puglia e nel paese d’origine, Corato. Qui si terranno anche i funerali di Maria: la data sarà fissata non appena la magistratura inquirente darà l’ok per il trasferimento della salma in Puglia.

I corpi delle due donne, l’altro ancora senza identità, sono stati individuati nel ponte 4, ma non sono stati ancora recuperati. ll bilancio delle vittime sale così a 15. I dispersi sono invece 18.

E’ previsto invece per martedì l’inizio delle operazioni di svuotamento dei serbatoi, che saranno svolte contemporaneamente alle ricerche dei dispersi. Lo ha spiegato il commissario per l’emergenza Franco Gabrielli. “La nave – ha detto ancora Gabrielli – è in condizione di stabilità e non necessita di nessun tipo di intervento esterno che ne consolidi la staticità: non c’è nessun pericolo che sprofondi. Le ricerche andranno avanti finché possibile”.

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