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Desirée Piovanelli, Giovanni Erra chiede la revisione del processo per omicidio

di Maria Elena Perrero |2 Agosto 2019 10:05

MILANO – Giovanni Erra, l’operaio condannato a 30 anni di carcere per l’omicidio della bresciana Desirée Piovanelli nel settembre del 2002 a Leno (Brescia), ha chiesto la revisione del processo. 

Erra, da 17 anni in carcere, ha conferito ai propri avvocati, Nicodemo Gentile e Antonio Cozza, l’incarico affinché “compiano tutte le attività necessarie per arrivare ad una revisione della sentenza”. Giovanni Erra, spiegano i legali, “contesta e attacca la ricostruzione dei fatti così come operata dai giudici”. 

La revisione del processo avviene in casi molti rari, in particolare – stando all’articolo 630 del codice di procedura penale – quando sopravvengano “nuove prove che da sole o unite a quelle già valutate, dimostrano che il condannato deve essere prosciolto”. 

“E’ una verità processuale che non convince – argomentano gli avvocati – perché è altamente probabile che nella Cascina Ermengarda sia successo qualcosa di diverso da quanto finora sancito dalla Giustizia. Stiamo lavorando per acquisire eventuali elementi utili per supportare tecnicamente una richiesta di revisione”. 

Per il delitto della studentessa quattordicenne, il cui corpo venne ritrovato alcuni giorni dopo l’omicidio nella cascina Ermengarda a Leno, sono stati condannati in via definitiva anche tre minorenni, amici della ragazza, cui sono state inflitte condanne a 18, 15 e 10 anni.

Secondo le motivazioni delle sentenze, Desirée venne uccisa perché si oppose a un tentativo di violenza sessuale. Anche il padre della ragazza, Maurizio Piovanelli, aveva chiesto nell’agosto scorso di riaprire la vicenda sostenendo che ci sarebbe “un qualcosa di molto più grande e che va oltre il tentativo di stupro, con dei mandanti che sono ancora in giro”. 

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