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Sequestrati i beni di Diego Anemone. Totale: 32 milioni

di Daniela Lauria |13 Aprile 2012 19:36

Diego Anemone

ROMA – Sequestrati i beni di Diego Anemone, l’imprenditore romano coinvolto nell’inchiesta sulla cosiddetta “cricca” legata ai Grandi Eventi. A darne notizia è Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera.

“Il provvedimento – scrive il Corriere – chiesto e ottenuto dai magistrati romani, riguarda immobili e altri beni per un valore complessivo di 32 milioni di euro. Il costruttore è sotto processo a Perugia insieme all’ex provveditore ai Lavori Pubblici Angelo Balducci e all’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, oltre ad altri funzionari pubblici”.

Il sequestro è avvenuto in esecuzione del provvedimento firmato dal gip del tribunale di Roma, Nicola Di Grazia su richiesta dei pm Roberto Felici, Ilaria Calò e Sabina Calabretta, coordinati dal procuratore aggiunto Alberto Caperna. Anemone è una della figure chiave dell’inchiesta sugli appalti del G8 alla Maddalena. Proprio sulla base delle carte trasmesse dalle procure di Firenze e Perugia e dai successivi accertamenti delle Fiamme gialle, gli inquirenti hanno ricostruito i flussi di denaro frutto dei reati di appropriazione indebita e riciclaggio.

Le palazzine G ed H (con piscine annesse) posti sotto sequestro all’interno del comprensorio del Salaria Sport Village, erano già finite sotto sequestro diversi mesi fa nell’ambito del procedimento sui mondiali di nuoto a Roma. I difensori degli indagati annunciano che faranno ricorso al tribunale del Riesame per chiedere il dissequestro ritenendo ”esorbitante la valutazione del patrimonio fatta dagli inquirenti”.

Le Fiamme Gialle e i pm di Roma che hanno lavorato sul gruppo Anemone hanno monitorato i “flussi finanziari” consentendo di ”ricostruire l’utilizzo diretto dei 20 milioni di euro – è detto nel decreto di sequestro preventivo del gip – provento della falsa fatturazione, ovvero della sottrazione a tassazione dei compensi corrisposti alla Impresa Anemone Costruzioni dalla Maddalena Scarl”. Definendo l’attività illecita riscontrata dalle indagini, il gip sottolinea che il “profitto dei delitti ascritti in rubrica ai diversi componenti della famiglia Anemone, a vario titolo coinvolti, nonchè ai soggetti ad essi collegati, deve individuarsi, da un lato, nel risparmio di imposta correlato alle singole violazioni fiscali, dall’altro, nel diretto profitto dei delitti di appropriazione indebita commessi in danno delle società del gruppo per ingenti somme fatte transitare, anche attraverso società fiduciarie, sui conti personali dei componenti della famiglia Anemone e, nella quasi totalità dei casi, fatti confluire nelle casse della ‘società cassaforte’, ovvero la Società sportiva romana’ e reimpiegati direttamente in attività edilizie migliorative del centro sportivo Salaria Sport Village”.

Il gip ritiene che “tenendo conto della natura dei beni colpiti dal provvedimento (alcuni dei quali appaiono capaci di produrre frutti o reddito, ma risultano inseriti nel più ampio contesto organizzato del Salaria Sport Village che eroga unitariamente beni e servizi) e della circostanza che lo stesso pm richiedente sembra voler perseguire il solo scopo di evitarne la dispersione a preservarne l’integrità, è opportuna la nomina di un custode giudiziario incaricato di garantirne l’ordinaria conservazione del compendio immobiliare, senza compiti di amministrazione di beni sequestrati”.

Sono quindici in tutto le persone indagate nell’inchiesta della procura di Roma. Tra gli indagati compaiono anche il fratello Daniele Anemone, i figli di Angelo Balducci, l’ex presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici, Lorenzo e Filippo, nelle vesti di titolari di quote di alcune società. Tra gli indagati anche nomi già noti, come quello del commercialista Stefano Gazzani, tenutario delle scritture contabili della Cesig srl e del funzionario pubblico Mauro della Giovampaola, nella veste di rappresentante legale della Medea Progetti e Consulenze srl. Il lavoro degli inquirenti riguarda ”violazioni fiscali – è detto nel decreto di sequestro – delle società del gruppo Anemone, delitti di appropriazione indebita e riciclaggi e investimenti dei proventi da reato”.

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