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Donato Bilancia è uscito dal carcere. Primo permesso per il serial killer dopo 20 anni

di Daniela Lauria |16 Novembre 2017 1:32

Donato Bilancia è uscito dal carcere. Primo permesso per il serial killer dopo 20 anni

Donato Bilancia è uscito dal carcere. Primo permesso per il serial killer dopo 20 anni

PADOVA – Dopo 20 anni, Donato Bilancia è uscito di prigione. Solo per un giorno, in permesso super blindato fino al cimitero di Nizza Monferrato, in provincia di Asti, per visitare la tomba dei suoi genitori.

Il più spietato serial killer della storia italiana sta scontando 13 ergastoli nel carcere I Due Palazzi di Padova. In appena 6 mesi, tra il 1997 e 1998, ha compiuto 17 omicidi, facendo sprofondare nel terrore la Liguria.

Tutto ebbe inizio con i cadaveri di due donne barbaramente uccise nei bagni di due treni in transito nel territorio della Liguria. Subito scatta l’allarme e con esso la psicosi. E’ meglio che in quella regione le donne non viaggino in treno da sole. Rischierebbero di trovarsi di fronte a qualcuno di terribilmente pericoloso. Quel qualcuno è Donato Bilancia, ladro, giocatore d’azzardo ma, soprattutto, spietato serial killer.

Una vita passata tra i piccoli furti e il gioco d’azzardo, fino al 1987 quando il fratello Michele si toglie la vita e al 1990 quando Bilancia è vittima di un incidente stradale e rimane in coma per alcuni giorni. Poi il 16 ottobre 1997 nella mente di Donato Bilancia scatta qualcosa e inizia a uccidere e rapinare le sue vittime.

Una serie di delitti efferati in cui Bilancia consolida il suo modus operandi fino all’errore: il tentato omicidio della transessuale Lorena, che riuscì a fuggire e iniziò a collaborare con gli agenti per disegnare l’identikit del “mostro”. E’ allora che il serial killer cambia modus operandi e inizia a uccidere prostitute, fino al giorno della sua cattura.

Dopo l’arresto però inizia la sua trasformazione da spietato serial killer a detenuto modello. Lo scorso anno si è diplomato in Ragioneria, con 83 centesimi. Ora studia Turismo all’Università. Insiste nel cercare la strada per poter uscire. Prima ha tentato la via della revisione. Poi i suoi avvocati hanno presentato un ricorso in Cassazione. Bilancia chiedeva che i suoi reati fossero giudicati con il rito abbreviato: una possibilità, nel caso di omicidio volontario, introdotta solo successivamente alla sua condanna. I giudici della Cassazione hanno detto ancora no.
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