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Elena Ceste, Michele Buoninconti condannato anche in Appello

di admin |15 Febbraio 2017 18:48

TORINO – Michele Buoninconti è stato condannato dalla Corte d’Appello per l’omicidio della moglie Elena Ceste. Il 15 febbraio la Corte d’Appello ha emesso la sentenza che ha confermato la condanna per il vigile del fuoco di Costigliole d’Asti, già condannato in primo grado a 30 anni di carcere per omicidio e occultamento di cadavere. Alla lettura della sentenza Buoninconti si è detto “sereno e tranquillo”.

L’uomo, che è stato arrestato il 29 gennaio 2015, è recluso a Verbania. La Corte d’Appello ha anche ordinato il sequestro conservativo del patrimonio di Buoninconti, un sequestro che come spiega l’avvocato di parte civile Debora Abate Zaro serve a garantire un futuro ai suoi figli:

“Si tratta di conti correnti e di un terzo della casa. Siamo soddisfatti. Questo garantisce un futuro ai figli”.

Enrico Scolari, uno dei difensori dell’ex vigile del fuoco, ha annunciato che dopo la lettura delle motivazioni della sentenza saranno pronti a presentare ricorso in Cassazione:

“Leggeremo le motivazioni e ricorreremo in Cassazione. In questo processo abbiamo riversato una quantità di elementi, fra consulenze tecniche e documentazione varia, che sono di tutt’altro segno rispetto alle conclusioni cui sono arrivati i giudici. Per questo vedremo come hanno valutato gli indizi e poi, con ogni probabilità, impugneremo la sentenza”.

Giuseppe Marazzita, un altro dei difensori dell’ex vigile del fuoco, ha poi ribadito che Buoninconti vorrebbe incontrare i suoi figli:

“Michele Buoninconti è sostenuto da una salda fede religiosa. Ed è convinto che esiste un giudice che gli darà ragione. Vorrebbe riabbracciare i figli ma il pensiero che i ragazzi credano che abbia ucciso la mamma lo addolora”.

I genitori di Elena Ceste dopo la lettura della sentenza sono scoppiati in lacrime per la commozione. La coppia si è poi allontanata velocemente dall’aula della Corte d’Assise di Appello di Torino e uno dei legali, Carlo Tabbia, ha commentato coi giornalisti:

“Contenti? Non si può essere contenti per l’omicidio di una figlia”.

Nella giornata di mercoledì si è tenuta l’ultima udienza del processo di secondo grado di Buoninconti, e i suoi difensori in attesa della sentenza che ne ha confermato la condanna hanno criticato la scelta, operata dai loro predecessori, del rito abbreviato, che non ha permesso di svolgere ulteriori approfondimenti “penalizzando l’imputato”:

“Su quanto è accaduto si possono fare solo delle ipotesi. Non è possibile dire come, quando, dove e in che modo Elena Ceste è stata uccisa. E non si può nemmeno dire se sia stato un delitto premeditato, volontario, di impeto o di altro. A nostro avviso non si è trattato nemmeno di un omicidio”.

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