Caso Orlandi: la tomba di Renatino De Pedis non verrà aperta

Pubblicato il 3 Aprile 2012 - 13:14 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sul caso Orlandi, tornato prepotentemente di attualità negli ultimi mesi, la Procura di Roma dispone che la tomba di Enrico “Renatino” De Pedis non verrà riaperta. I pm romani ritengono inverosimile trovare i resti di altre persone oltre al corpo di Renatino, l’ex boss della Banda della Magliana che da anni viene indicato come coinvolto perlomeno nella gestione del rapimento di Emanuela Orlandi. Un punto fermo, dunque, nonostante la pressante richiesta che da più parti, compresa la famiglia Orlandi, giungeva per violare i presunti segreti custoditi nella cripta all’interno della basilica di Sant’Apollinare.

Per gli investigatori della procura romana, invece, qualche segreto è tuttora ben custodito al di là delle Mura Leonine: qualcuno in Vaticano c’è chi conosce la verità. “In quelle stanze dalle quali non è mai arrivata risposta alle rogatorie inviate dalla Procura di Roma”, spiega Valentina Errante sul Messaggero. E’ lì la risposta del giallo che dal giugno ’83 si è via via caricato delle teorie più stravaganti, oggetto di depistaggi e rivelazioni tardive, false piste e mezze verità. Il collegamento tra la scomparsa della quindicenne e la strana sepoltura del boss la cui fama è stata rinverdita da libri, film e fiction, è una delle ipotesi più suggestive.

Sui fiumi di parole, trasmissioni televisive, interventi della politica (l’ultimo a volere l’apertura della tomba è stato l’ex sindaco Veltroni) la Procura di Roma si è limitata a prendere atto che in Vaticano si è sedimentato più di un comportamento reticente. Per il resto, l’altro punto fermo oltre la rinuncia a disturbare l’eterno riposo di De Pedis, è l’iscrizione nel registro degli indagati di tre appartenenti alla Banda della Magliana. Per Sergio Virtù, Angelo Cassani detto Ciletto e Gianfranco Cerboni detto Giggetto, ci sono elementi probatori, riscontri e testimonianze (soprattutto dell’ex fidanzata di De Pedis Sabrina Mainardi) che segnalano il loro coinvolgimento nel sequestro.