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Erasmus morte su bus, assicurazione a parenti: “Non avevano cinture…”

di Alberto Francavilla |10 Luglio 2016 19:55

Erasmus morte in bus, assicurazione a parenti: “Non avevano cinture…” (foto Ansa)
epa05222674 Firemen work at the site of a coach crash that has left at least 14 students dead at the AP-7 motorway in Freginals, in the province of Tarragona, northeastern Spain, 20 March 2016. The coach carrying dozens of Erasmus students collided with a car and overturned. The students from several different countries were heading to Barcelona after attending Las Fallas Festival in Valencia, eastern Spain. EPA/JAUME SELLART

ROMA – Vi ricordate le studentesse italiane in Erasmus morte in un incidente di un pullman in Catalogna? Ora per i genitori c’è un’ulteriore beffa: l’assicurazione ha infatti diminuito il risarcimento ai familiari delle vittime perché le ragazze non indossavano le cinture di sicurezza al momento dell’impatto.

Racconta Marco Menduni sul Secolo XIX:

L’assicurazione ha già fatto la sua offerta: 70 mila euro. Anzi no, meno: questa cifra è stata decurtata del 25 per cento. Perché, spiega la società, le vittime non indossavano la cintura di sicurezza. Una sorta di concorso di colpa che ha ulteriormente abbattuto la proposta di risarcimento ai familiari, già esigua rispetto all’enormità del disastro. Un’affermazione unilaterale: fino a oggi, non c’è alcuna prova di un comportamento imprudente da parte delle vittime. Mentre è stata chiara l’ammissione dell’autista: «Mi dispiace, mi sono addormentato».

Quella notte, sul pullman, ha perso la vita la genovese Francesca Bonello , che avrebbe compiuto 24 anni a giugno. Non ce l’ha fatta neanche la torinese Serena Saracino, che avrebbe compiuto 23 anni il giorno di Pasquetta. Poi Valentina Gallo, Elena Maestrini Elisa Valent, Lucrezia Borghi e Elisa Scarascia Mugnozza. Ancora, due tedesche, una studentessa dalla Romania, una dall’Uzbekistan, una dalla Francia e una dall’Austria. Tutte avevano tra i 19 e i 25 anni.

L’incidente stradale in Catalogna nel quale hanno perso la vita anche tre studentesse toscane nel ribaltamento del pullman sul quale viaggiavano, “è stato causato da un colpo di sonno” ma da “quanto sta uscendo fuori dagli atti della magistratura spagnola, ci sono, secondo me, delle grosse responsabilità del gestore autostradale”. Lo ha detto Gabriele Maestrini, padre di Elena, una delle studentesse rimaste uccise, a margine di una conferenza stampa in Regione Toscana sul diritto allo studio universitario.

Presenti anche i genitori di di Lucrezia Borghi e Valentina Gallo. “Il pullman si è infatti ribaltato su un fianco – ha aggiunto – perché lo spazio di separazione delle due corsie aveva un salto di quota di 40 centimetri. Questi 40 centimetri hanno accentuato e favorito il ribaltamento”. Maestrini ha spiegato che “l’incidente è avvenuto a una velocità non molto alta, a 80-85 km/h. Se ci fossero stati dei sistemi di sicurezza passivi, come si trovano nelle nostre autostrade, l’incidente poteva essere molto meno grave”. Maestrini ha annunciato che i genitori di alcune delle studentesse Erasmus uccise daranno vita a un’associazione che si occuperà di favorire la sicurezza dei ragazzi che si recano all’estero per studiare.

L’associazione, ha spiegato, “nascerà il 22 luglio, ed ha l’intento di promuovere, o quanto meno individuare quali sono state e quali potrebbero essere le carenze di assistenza o di controllo dei nostri ragazzi che vogliono andare a fare l’esperienza Erasmus all’estero. Non accettiamo che alcune associazioni, tipo le quelle accreditate alle università di Barcellona, organizzino gite a pochissimi euro, con la vita dei nostri ragazzi”. “Una gita culturale, organizzata per una festa nazionale in Spagna, della durata di oltre 24 ore è stata affrontata con un solo autista, senza pernottamenti per lui o per i ragazzi, perché è ripartito alle 3.30 di notte di domenica”, ha aggiunto.

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