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Fa arrestare usuraio: emarginato dal paese, non può lavorare

di Maria Elena Perrero |10 Marzo 2016 20:13

Fa arrestare usuraio: emarginato dal paese, non può lavorare

PALERMO – Fa arrestare un usuraio, il paese lo emargina. Alessio Nicola Pitti, di Altafonte, in provincia di Palermo, racconta: “Ormai qui non posso vivere, mi dicono che sono uno “sbirro” perché mi sono rivolto agli inquirenti e che non merito di vivere in paese”.

Tutto perché il 15 giugno scorso ha fatto arrestare l’uomo a cui si era rivolto per avere un prestito e che poi gli avrebbe chiesto interessi usurai e lo avrebbe più volte minacciato. Si chiama Roberto Bruno, è un commerciante di 50 anni ed è stato arrestato insieme ad una donna, Maria Concetta Marrone. Per i due i pubblici ministeri hanno chiesto e ottenuto il giudizio immediato.

Roberto Bruno deve rispondere di usura aggravata dal metodo mafioso visto che avrebbe detto alla vittima di agire per conto di Salvino Raccuglia, fratello di Domenico boss di Altofonte, già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.

“La mia disavventura è iniziata quando ho dovuto donare parte del mio fegato a mia sorella – racconta Pitti – Avevo un’agenzia di assicurazioni in via Vito Virgilio 4 e per alcuni mesi non ho potuto lavorare. Mio padre che mi dava una mano in quel periodo si è ammalato ed è morto, mia moglie mi ha lasciato. Così per cercare di andare avanti ho chiesto dei soldi a Bruno. Adesso chiedo aiuto. Ho bisogno di lavorare. Non posso essere abbandonato così a me stesso. Ho l’aiuto del parroco. Ma io voglio lavorare e tornare a vivere dopo due anni di incubo”.

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