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Fiera Milano: Cda si dimette, decade ad Peraboni. Tra una settimana si decide commissariamento

di Daniela Lauria |14 Gennaio 2017 0:17

Fiera Milano: Cda si dimette, decade ad Peraboni. Tra una settimana si decide commissariamento

MILANO – Il presidente e i consiglieri di amministrazione di Fiera Milano spa si sono dimessi venerdì 13 gennaio, determinando la decadenza del Cda. Il Consiglio ha inoltre “ritenuto che l’amministratore delegato Corrado Peraboni dovesse procedere a rimettere le deleghe”. Nel dettaglio, hanno rassegnato le proprie dimissioni il presidente Roberto Rettani e i consiglieri Joyce Victoria Bigio, Pier Andrea Chevallard, Attilio Fontana, Licia Ronzulli e Vincenza Patrizia Rutigliano. Secondo la nota diffusa da Fiera Milano spa, il consigliere Romeo Robiglio risultava assente giustificato.

La mossa di Fiera Milano arriva dopo la richiesta della Dda milanese di commissariare tutti i settori del gruppo di piazza Carlo Magno e non solo quello relativo all’allestimento di stand, già in amministrazione giudiziaria, e di revocare il suo cda e quello della sua controllata Nolostand, già commissariata nell’ambito dell’inchiesta su presunte infiltrazioni mafiose nei lavori del gruppo Fiera, tra cui anche quelli di alcuni padiglioni di Expo. Un’indagine che lo scorso luglio ha portato a 11 arresti tra cui quelli di Giuseppe Nastasi e Liborio Pace, legati alle famiglie siciliane di Pietraperzia e Partanna, e che con il consorzio Dominus avevano ottenuto lavori in subappalto tramite Nolostand.

Già a fine novembre Fiera aveva emanato nove provvedimenti disciplinari, tra cui 4 licenziamenti. L’azzeramento del Cda arriva anche a pochi giorni dall’udienza, fissata per martedì prossimo, al termine della quale, dopo gli interventi dei difensori, la Sezione misure di prevenzione del Tribunale, presieduta da Fabio Roia, dovrebbe decidere se accogliere o meno la richiesta di amministrazione giudiziaria formulata dal pm Paolo Storari, lo scorso 20 dicembre.

La Procura, da quanto si è saputo, non avrebbe intenzione di ritirare la richiesta di commissariamento del gruppo, mentre i giudici potrebbero anche prendere tempo prima di decidere, in attesa di valutare attentamente le nuove nomine al vertice e nel cda della società. L’istanza di commissariamento di tutto il gruppo è stata presentata dalla Dda sulla base dei nuovi sviluppi nelle indagini della Gdf: intercettazioni e interrogatori, in particolare, che hanno messo in luce come “taluni soggetti – ha chiarito in udienza il pm Storari – allontanati da Fiera siano in grado di utilizzare ancora segreterie e strutture per far ottenere commesse e appalti a società che lavoravano in precedenza” e che avrebbero “pagato e pagano tangenti a impiegati e quadri intermedi per poter lavorare”.

Secondo gli inquirenti, le cosiddette “segreterie” sarebbero una sorta di “centri di potere” in alcuni settori del gruppo, formati da quadri e impiegati. Dagli ultimi approfondimenti, infatti, è emerso, ad esempio, che Michele Restuccia, ex consulente di Nolostand, controllerebbe “ancora le segreterie” del gruppo. E da altri accertamenti, poi, è venuto a galla che un consorzio con appalti in corso in Fiera avrebbe emesso circa “200mila euro” di fatture false al mese per alimentare un presunto sistema di mazzette.

Tra i nuovi atti depositati per la richiesta di commissariamento, infine, anche gli accertamenti su un conto corrente di Michele Picozzi, ex responsabile degli allestimenti in Fiera, sul quale sono stati trovati la scorsa estate tra i 30 e i 40mila euro.

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