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Inchiesta G8, tenta il suicidio Francesco Pisciscelli. E’ l’imprenditore che rideva del terremoto

di Emiliano Condò |31 Marzo 2011 21:23

ROMA – L’imprenditore campano Francesco Maria De Vito Piscicelli, imputato per corruzione nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta sugli appalti per il G8,è  stato ricoverato all’ospedale Santo Spirito di Roma dopo aver tentato  il suicidio.

L’uomo, nella giornata di mercoledì 30 marzo,  aveva ingerito diversi barbiturici mentre si trovava nel suo appartamento romano. Secondo quanto si è appreso, l’imprenditore è fuori pericolo.

L’imprenditore Piscicelli è noto per essere stato uno dei due imprenditori (ma lui ha smentito) che, subito dopo il sisma dell’Aquila, dicono di aver pensando ai ghiotti appalti per la ricostruzione. Nell’ordinanza dell’inchiesta sulla Scuola dei marescialli a Firenze, Piscicelli viene indicato come ”l’intermediario che non solo mette in contatto le parti dell’accordo corruttivo, ma rimane sulla scena fino alla fine cercando, senza risultato, di lucrare”. Sempre lui avrebbe ”cercato di influenzare i pubblici funzionari in vista degli appalti del 150/o anniversario dell’Unita’ d’Italia”. Inoltre, prosegue il giudice, ”lungi dall’essere un millantatore, ha effettivamente agganci in alto e quando ne ha bisogno non si trattiene dal chiedere favori in cambi di benefit”.

Secondo il gip, infine, la personalità di Piscicelli ”quale traspare dalle indagini è alquanto negativa, avendo più volte dimostrato di essere cinico e senza scrupoli”. Emblematica a questo proposito sarebbe la telefonata con il cognato ”in cui i due come sciacalli programmano di buttarsi sugli appalti della ricostruzione post terremoto dell’Abruzzo”. E’ proprio il 6 aprile (la notte c’era stato il sisma) quando Piscicelli riceve la telefonata di Pierfrancesco Gagliardi. PISCICELLI: si’ GAGLIARDI:…oh ma alla Ferratella occupati di sta roba del terremoto perché qui bisogna partire in quarta subito…non è che c’è un terremoto al giorno P:..no…lo so (ride) G:…cosi’ per dire per carità…poveracci P:..va buo’ ciao G:…o no? P:…eh certo…io ridevo stamattina alle 3 e mezzo dentro il letto (il riferimento è all’ora del sisma, ndr). G:…io pure…va buo’…ciao. Successivamente, l’imprenditore ha smentito di essere lui quello che rideva, sottolineando che si trattava invece del cognato, definito la ”metastasi della mia vita” ed ha inviato comunque una lettera di scuse per ”quella frase scioccante”.

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