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Genova, Protezione Civile: i dispersi sono cinque. Le vittime sono 38. 2 i feriti in gravi condizioni

di Redazione Blitz |18 Agosto 2018 8:21

Genova, Protezione Civile: i dispersi sono cinque (foto Ansa)

Genova, Protezione Civile: i dispersi sono cinque (foto Ansa)

GENOVA – Scende il numero dei dispersi nel crollo del ponte Morandi a Genova: sono cinque le persone che mancano all’appello. Al numero, confermato dal Dipartimento della Protezione Civile, si è arrivati in seguito alle verifiche [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] effettuate dalla Prefettura di Genova sulle segnalazioni delle persone scomparse che erano state fornite in un primo momento.

Il bilancio ufficiale del crollo del Ponte Morandi è di 38 morti riconosciuti. Tra i feriti, due sono ancora in gravi condizioni: si tratta di una donna di 74 anni, sassarese di nascita ma residente a Genova e di un uomo di origini romene, attualmente in coma farmacologico.

Due sono i punti su cui si stanno concentrando le ricerche delle persone che ancora mancano all’appello: il basamento del pilone crollato, all’altezza dell’argine sinistro del Polcevera, e il blocco di ponte lungo una ventina di metri precipitato dopo essersi cappottato sulla ferrovia. È lì che i vigili pensano possano trovarsi i dispersi, secondo le ultime verifiche poco più di una decina.

Intanto il lavoro dei mezzi pesanti nel greto del Polcevera ha prodotto un altro risultato: uno dei simboli di questa tragedia, l’enorme blocco di cemento piantato in mezzo al torrente come un monolite, è stato abbattuto nella notte. Ora la priorità, dopo aver trovato le persone che ancora risultano disperse, è quella di cominciare a portare via le macerie dal Polcevera, prima che arrivi la pioggia. Terminate, invece, le ricerche sull’argine destro del torrente, quello dove c’è il deposito Amiu. Su quel lato sono in corso le bonifiche e stamattina si è sviluppato un piccolo incendio, subito messo sotto controllo dai vigili del fuoco che stavano operando. A provocarlo, probabilmente, le scintille provocate per tagliare i tondini d’acciaio.

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