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Hotel Rigopiano, lunedì allerta meteo della Protezione civile. Ma nessuno ha fatto nulla

di Maria Elena Perrero |20 Gennaio 2017 16:51

Hotel Rigopiano, lunedì allerta meteo della Protezione civile. Ma nessuno ha fatto nulla

PESCARA – Lallerta meteo della Protezione civile per l’Abruzzo era stato lanciato lunedì 16 gennaio, due giorni prima che la valanga si abbattesse sull’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara). Un allerta arancione, terzo grado su una scala di quattro. Gli esperti avevano previsto oltre due metri di neve anche a bassa quota. Sarebbe dovuto arrivare l’esercito nella regione, in cui trecentomila persone erano rimaste senza corrente elettrica. Nonostante questo mercoledì è accaduto quel che è accaduto. E se è vero che i terremoti non si possono prevedere, la neve a gennaio sì. Ed era stata prevista.

Quel che non era seguito a quell’allerta è la macchina della prevenzione che si dovrebbe mettere in moto in questi casi. E se oggi si dice che la Protezione civile, i vigili del fuoco e tutti i soccorritori non possono arrivare ovunque perché hanno già fin troppo lavoro, lunedì e martedì erano in tempo per organizzarsi, non c’erano ancora state le scosse di terremoto  che hanno ributtato nel caos il Centro Italia mercoledì mattina.

La valanga che ha fatto slittare l’Hotel Rigopiano con i suoi ospiti è arrivata nel pomeriggio di mercoledì. Alcuni dei clienti stavano aspettando di poter lasciare l’albergo, erano pronti con le valigie nella hall. Lo stesso Giampiero Parete, colui che è uscito dall’hotel appena prima che succedesse la tragedia e che ha lanciato l’allarme, aveva provato a partire con la famiglia poche ore prima, ma era stato fatto tornare indietro.

Pare quindi naturale che chi non ha dato peso all’allerta meteo abbia poi fatto assai fatica anche a credere alle parole di Parete, che parlava di una montagna di neve crollata sull’hotel. Ci sono volute ore anche in quel caso perché qualcuno prendesse sul serio quell’allarme.

Adesso non è il tempo delle polemiche. Intanto, però la magistratura ha già aperto un’inchiesta. Capire se qualcuno ha delle responsabilità non riporterà in vita chi non ce l’ha fatta, ma potrebbe salvare la vita di qualcun altro.

 

 

 

 

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