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Edoardo Paraninfi: “Ho visto Sara Di Pietrantonio e…”

di Alberto Francavilla |3 Giugno 2016 12:40

Edoardo Paraninfi: “Ho visto Sara Di Pietrantonio e…”

ROMA – “Sfiderei ogni magistrato e ogni persona che sta dentro lo Stato a parlarmi di indifferenza quando loro non ci sono mai passati”. Così Edoardo Paraninfi, uno dei testimoni dell’omicidio di Sara Di Pietrantonio, a La Zanzara su Radio 24. “Io non mi sento un vigliacco e ci sono le telecamere che testimoniano quello che ho visto in quel momento. Quando sono tornato ho visto l’auto in fiamme ma c’era già una volante della polizia stradale – prosegue Paraninfi – l’unico rimorso è essere passato troppo prima e troppo dopo”.

“Ho solo 18 anni ma mi sono comportato da persona matura, probabilmente un cinquantenne non si sarebbe presentato spontaneamente a testimoniare. Ho raccontato quello che ho visto ai magistrati e ora sono amareggiato e schifato da come i giornalisti hanno stravolto le mie parole. Hanno scritto che ho visto la ragazza per strada che chiedeva aiuto e non mi sono fermato quando invece ci sono le registrazioni e si vedeva che la situazione era tranquillissima”. “Dopo quello che è successo – conclude Paraninfi – non so se tornerei a testimoniare”.

Questo era quello che il giovane aveva detto a Lorenzo D’Albergo su Repubblica:

Perché non è intervenuto? Non poteva chiamare la polizia?
“Quando sono passato, lui era fermo e non diceva niente. Non sembrava minaccioso. Era in piedi contro un’auto grigia e dava le spalle alla strada. La ragazza, una piccoletta bionda, invece gli urlava contro. Quando sono passato lì, sarò andato a 70 all’ora. È durato tutto un attimo. Ricordo lei che muoveva le braccia… insomma, in quel momento sembrava la più arrabbiata dei due. “Saranno andati in discoteca, ma- gari è una scenata di gelosia”, ho pensato. Io ne ho viste di risse, a Testaccio una volta sono stato pure inseguito da uno con un coltello. Sfido chiunque a collegare quello che ho visto con quello che poi è successo, non sembrava una situazione pesante”.

“E adesso più ci ripenso e più ci sto male. Ne ho parlato anche con la mia amica, ma cosa potevo fare? Sono arrabbiato, ma nessuno avrebbe mai potuto prevedere quella fine. Solo una cosa è certa. Fino a ieri ero contro l’ergastolo. Fosse stata una cosa tra maschi, forse avrei pure potuto capire. Ma quando tocchi una donna non sei più un uomo. Spero che la pena sia pesante. Tra scuola e lavoro non ho molto tempo, ma andrò a portare dei fiori a Sara. Poteva essere mia sorella, mia cugina”.

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