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Immigrazione, operazione Mare Nostrum: anche i droni per trovare i barconi

di Daniela Lauria |14 Ottobre 2013 20:52

Enrico Letta, Angelino Alfano, Mario Mauro

ROMA – “Abbiamo dato il via all’operazione Mare Nostrum”. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, al termine di un vertice a Palazzo Chigi dedicato all’emergenza immigrazione. Una missione che sarà militare e umanitaria insieme, come spiegato dal titolare della Difesa, Mario Mauro, con l’impiego di quattro navi della Marina (due pattugliatori e due fregate), una nave anfibia che ha la capacità di esercitare il comando e controllo, elicotteri a lungo raggio, capacità ospedaliera, spazi ampi di ricovero per i naufraghi. E persino i droni per individuare i barconi di migranti.

La nuova missione Mare nostrum “avrà un effetto deterrente molto significativo per chi pensa di fare impunemente traffico di esseri umani”, ha assicurato Alfano. Un effetto, ha aggiunto, che sarà garantito dall’azione di pattugliamento, “con la possibilità di intercettare i mercanti di morte”, e l’intervento delle procure “che già in due circostanze ha portato al sequestro delle navi e all’arresto dell’equipaggio”.

Alfano ha poi spiegato che esistono tre livelli per affrontare i flussi migratori: “Il primo è la cooperazione internazionale tendente a fare di tutto perché non partano le navi dei mercanti di morte; il secondo è il controllo della frontiera che è europea; il terzo è l’accoglienza e il dispiegarsi del dispositivo nazionale. Da settimane e mesi diamo il meglio a livello nazionale, stiamo facendo un discorso molto duro e chiaro con l’Europa, questa sera abbiamo puntato sul livello di protezione della frontiera”.

“Esistono – ha continuato – le regole del diritto internazionale di navigazione e non è detto che, se interviene una nave italiana, i migranti vadano portati in un porto italiano. Si valuterà in base al luogo dove avverrà l’operazione”.

Quanto ai costi, ha assicurato Alfano, si tratta di un’operazione per la quale non ci sarà bisogno di altri fondi, ma basteranno i soldi dei Ministeri. “Il punto è che – ha proseguito – l’Italia rafforza la protezione della frontiera esterna e quando si calcolano i costi bisogna capire quali sarebbero i costi in assenza di questa missione”.

Il ministro della Difesa, Mauro, si è poi soffermato sulla tempistica. “La durata della missione di pattugliamento del Mediterraneo è legata alle circostanze e ai fenomeni che originano questa situazione”.  “Ma è importante – ha detto – una verifica di come funziona questa operazione prima del consiglio Ue del 24 ottobre”. E per quanto riguarda l’Europa, Mauro ha infine sottolineato che: “L’italia, quando cita la responsabilità europea non scarica il barile a nessuno ma, anzi, si assume ancor di più le proprie responsabilità”.

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