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Inchiesta sui trans, Jennifer: “Tra Cafasso e Testini c’erano buoni rapporti”

di admin |19 Maggio 2010 16:51

Gianguerino Cafasso

Secondo il racconto della trans Jennifer,  “i rapporti tra Nicola Testini e Gianguerino Cafasso erano buoni, più di quelli tra un informatore e un carabiniere. La notte prima della morte di Cafasso si sono incontrati tra le 2.30 e le 3.00 in un parcheggio nella zona di Saxa Rubra, li ho visti e ho notato quando Nicola gli ha dato qualcosa”. Gianguerino Cafasso è il pusher trovato morto per una overdose il 12 settembre scorso e coinvolto nell’inchiesta sul video che ritraeva il governatore del Lazio Piero Marrazzo con il trans Natalì. Nicola Testini, invece, è il carabiniere accusato, insieme ad altri due, di aver ucciso Cafasso, fornendogli una quantità di droga tagliata male, che infatti si è rivelata letale.

Ha parlato davanti ai magistrati di Roma, Jennifer, la transessuale legata sentimentalmente al pusher Gianguerino Cafasso, in sede di incidente probatorio davanti al gip Renato Laviola. Jennifer, vestita di nero e spesso tra le lacrime, ha ricostruito quanto avvenuto tra la notte dell’11 e la mattina del 12 settembre scorso e i rapporti tra il suo compagno e il maresciallo dei carabinieri infedele che era presente in aula e che il trans ha riconosciuto. Anche il secondo teste ascoltato oggi, Marianna Wechsler, la donna ungherese legata per un periodo a Testini, ha affermato che tra il carabiniere della compagnia Trionfale e Cafasso non c’erano stati screzi, discussioni o litigi. La donna in passato, davanti ai magistrati, riferì che circa una settimana prima che il pusher morisse, Testini le aveva detto che “Cafasso era un suo informatore e che di lì a breve sarebbe stato arrestato”.

I buoni rapporti descritti da Jennifer aiutano la difesa di Nicola Testini. Il suo legale Valerio Spigarelli, infatti, commenta:  “L’accusa di omicidio a carico di Testini per la morte di Cafasso è fondata sul niente”.  Per la sua morte Testini è indagato per il reato di omicidio volontario in concorso con gli altri militari infedeli Carlo Tagliente e Luciano Simeone. “Jennifer ha confermato quanto hanno sostenuto i nostri consulenti tecnici: Cafasso non è morto per una overdose. Era un soggetto cardiopatico, poteva morire in qualsiasi momento. Non c’é nessun nesso tra l’assunzione della supposta cocaina e il suo decesso avvenuto nove ore dopo aver preso la sostanza”. Dubbi sono espressi dal penalista anche sul comportamento della trans in quelle ore: “Non ha spiegato perché quando scopre che Cafasso sta male si allontana dall’albergo di almeno 5 km, come dimostrano i tabulati telefonici, per poi tornare in stanza e allertare il 118”.

Secondo l’accusa, invece, Testini e compagni avrebbero deciso di eliminare Cafasso in quanto era diventato un testimone scomodo. E’ stato Cafasso stesso, infatti, a contattare due giornaliste del quotidiano Libero per cercare vendere il video compromettente su Marrazzo e Natalì.

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