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Lavoro: statali licenziabili? Per Libero l’Aspi è la mossa per silurarli

di Alessandro Avico |27 Marzo 2012 10:49

ROMA – Nel 2009 erano circa mezzo milione i lavoratori flessibili impegnati nella pubblica amministrazione. Oggi per loro qualcosa cambia, viene estesa l’Aspi. Si legge nel testo della riforma del Lavoro: “L’ambito di applicazione viene esteso tra i lavoratori dipendenti, agli apprendisti e agli artisti, oggi esclusi dall’applicazione di ogni strumento di sostegno del reddito. Restano coperti dalla nuova assicurazione tutti i lavoratori dipendenti del settore privato ed i lavoratori delle Amministrazioni pubbliche con contratto di lavoro dipendente non a tempo indeterminato (es. tempo determinato, contratti di formazione e lavoro, etc)”.

Tradotto: il governo spalanca estende l’Aspi (la nuova Assicurazione sociale per l’Impiego) a circa 600mila lavoratori precari statali con contratti a termine di varia natura. Ma come riporta Libero, l’Aspi potrebbe rappresentare una sorta di “anticamera” per il licenziamento. Scrive il quotidiano: “Difficile che l’articolo 4 comma 1.1 sia stato infilato nel testo per errore. Più semplicemente si è pensato di creare nuovi ammortizzatori sociali per i dipendenti pubblici così da non procedere al rinnovo dei contratti a scadenza”.

Prosegue quindi l’articolo del giornale di Maurizio Belpietro: “Del resto tagliato il tagliabile, ridotte le spese, chiusi i rubinetti non resta che il corpaccione della spesa pubblica da aggredire. E visto che in Italia la spesa per i salari dei dipendenti incide, secondo dati Ocse, per circa 171 miliardi di euro (pari al 21,6% della spesa pubblica totale), la riduzione di questa voce consentirebbe nell’immediato un notevole risparmio. Edi centrare gli obiettivi di bilancio imposti dall’Unio – ne europea. E forse così si spiega l’attivazione del paracadute Aspi anche per i lavoratori a tempo determinato dello Stato”.

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